CRONACA
Qui trovi quella dedicata a Franca Florio: in Sicilia c'è un borgo "che rinasce" dalle scale
Le scalinate sono un ascensore naturale per collegare il porto con il centro storico e anche se il tragitto si può fare in auto, c’è ancora chi scende (o sale) quei gradoni
Castellammare del Golfo (foto tratta da castellammaredelgolfo.sicilia.it)
Si tratta di oltre 40 scalinate che consentono alla gente di raggiungere i quartieri.
Obiettivo del sindaco è, quindi, quello di valorizzare i percorsi pedonali a gradini e riqualificarli. E in itinere c'è anche la realizzazione di una stairs-map digitale e cartacea per promuoverne il beneficio.
«Le scale raccontano la storia della città e conoscerle significa custodirle e viverle con una fruizione sostenibile e aperta alle associazioni, attività e cittadini che intendono offrire un contributo di proposte da condividere e sostenere - spiegano il sindaco, Giuseppe Fausto, e l’assessore al turismo, Mariella Caleca - per una qualità urbana sempre migliore e soprattutto sostenibile e aperta all’attenzione dei visitatori.
L'obiettivo è un regolamento con le modalità per l'assegnazione delle scale - ai residenti, alle associazioni, alle scuole e a tutti coloro che potrebbero avere un interesse a prendersene cura - il cui censimento è stato effettuato con un certosino lavoro fotografico dall’ingegnere Francesco Galante, socio dell’Associazione albergatori Castellammare - Scopello, con la certezza che se opportunamente tutelate, queste scalinate possono diventare un’importante attrattiva turistica.
Le scalinate sono un ascensore naturale per collegare il porto con il centro storico, e anche se il tragitto si può fare comodamente in auto, c’è ancora chi, per abitudine, per esercizio fisico, o semplicemente per curiosità scende (o risale) quei gradoni.
Lo scopo è anche quello di cercare, a piedi, un percorso alternativo, o semplicemente il piacere di passeggiare lungo stradine strette, maldisposte al traffico, talvolta chiuse da un tratto di scalinata in un gioco di incastri, godendo di un silenzio rigenerante tra queste scorciatoie per il mare.
La loro importanza scaturisce dal fatto che, osservando una porta, un ingresso basso, anche solo un numero civico, riaffiora nella memoria un ricordo, un frammento di vita, un’emozione, un tempo che fu.
A Castellammare dalla "Chiusa", come in un ideale abbraccio, due lunghe, ripide, scalinate consentono di raggiungere la villa comunale dedicata alla regina d’Italia, Margherita di Savoia: davvero un balcone sul mare, che è impegnativo percorrere in salita.
Soffermandosi tra una rampa e l’altra è possibile catturare scorci inediti della vecchia Castellammare, angolazioni che spesso sfuggono al turista frettoloso, offrendo un’immagine diversa della zona bassa del paese, quella più antica e architettonicamente più interessante.
Più turistica e anche più nota, è la scalinata che dalla Marina conduce al Castello e viceversa, per chi dal lungomare di Petrolo vuole velocemente raggiungere la banchina dove al mattino i marinai vendono il pesce, e la sera, in estate, l’intera zona è dominata da una libera e scatenata movida.
Questa scalinata nel maggio del 2022 è stata intitolata a Francesca Jacona della Motta, ovvero Donna Franca Florio.
Un’altra, ripidissima, è la salita alla cappelletta della Madonnina della Scala, scavata sulle pendici della montagna che sovrasta il paese, ma che regala, una volta in cima, una vista emozionante sull’intero golfo.
Castellammare era chiamata non a caso Al Madarig, le "scalinate", un riferimento storico che già al tempo degli arabi (XII secolo) caratterizzava il borgo marinaro che merita, a prescindere, una sosta di meraviglia: il castello, l’abitato che si spiega ad anfiteatro sopra il porto e si stende fino alle pendici della montagna, e le sue lunghe scalinate che collegano i vari quartieri, ne fanno davvero uno dei paesi più belli della Sicilia occidentale.
I cittadini, anche sui social, non si sono fatti sfuggire l'occasione e hanno manifestato il desiderio di vedere ripristinate e restaurate alcune scalinate della città.
Quella di piazza Bologna che porta a piazza Matteotti, quella che collega la via Vivaldi a via Cigno, e ancora la scalinata della Parrocchia del SS. Crocifisso che porta in via Marconi, e la scalinata di via Guzzari; quella di via Belisario che collega con via Giuseppe Verdi e anche quella di via Canale Vecchio; e nel quartiere Chiusa la via Discesa Badia, e la via Marcantonio.
Tra le richieste, infine, che la scalinata Franca Florio torni al nome originario di scalinata Porta Marina.
A Castellammare del Golfo anche il nome di una chiesa è legato alle scale. Si tratta, appunto, della Madonna della Scala, che sorge su una collinetta affacciata sul mare, nelle vicinanze del porto, appena più a valle rispetto al Belvedere.
La sua costruzione è datata nel XVII secolo e si narra che nella sera del 7 settembre 1641 una ragazzina, Maria D’Angelo, che stava portando il gregge a pascolare, venne sorpresa da un’improvvisa tempesta.
Impaurita, iniziò a cercare un luogo in cui potersi riparare assieme alle pecorelle e d’improvviso trovò una grotta appena scavata da un fulmine, al cui interno trovò una scatola con su incisa una croce e un monogramma della Vergine Maria. Immediatamente il temporale cessò e la pastorella tornò dalla sua famiglia che la stava cercando.
La scatola fu portata all’arciprete che aprendola vi trovò un reliquario e una croce d’argento con oro e gemme preziose. Si gridò al miracolo e successivamente fu costruita la chiesa, il cui nome deriva dalla posizione, un terreno che lentamente degrada verso il mare, proprio come una scala.
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