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Qui puoi esplorare gli abissi come nei film: un tesoro di Palermo che pochi conoscono

Voluto nel 2012 dal compianto archeologo Sebastiano Tusa, il museo è uno dei progetti più importanti che ci ha lasciato l’assessore. Oggi rischiamo di perderlo

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 26 aprile 2023

Museo della Subacquea

A Palermo esiste un museo che ha un’alta funzione educativa e che pochi conoscono.

È il Museo della Subacquea, voluto nel 2012 dal compianto archeologo e assessore Sebastiano Tusa, che come molti ricorderanno è morto a seguito di un incidente aereo in Etiopia, mentre si dirigeva da relatore presso una conferenza internazionale organizzata dall'Unesco.

Il Museo della Subacquea possiamo definirlo come uno dei progetti più importanti che ci ha lasciato l’assessore.

Un luogo in cui aveva raccolto moltissimi cimeli relativi al mondo dell’immersione, una delle sue grandi passioni che sperava sarebbe stata accolta positivamente da una città, come quella di Palermo, che si affaccia al mare e il cui nome significa "Tutto porto".

All'interno dei suoi spazi infatti sono presenti migliaia di reperti che ripercorrono la storia dell'immersione, dando modo ai visitatori di comprendere l’evoluzione tecnologica e umana che ha interessato questo mondo ancora oggi poco conosciuto.
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Il museo infatti presenta attrezzature provenienti dai primi anni Quaranta e Cinquanta, conserva alcuni primi modelli di tute da sommozzatori e i primi respiratori ad ossigeno, reinventate da Cousteau tramite l’introduzione degli erogatori e delle bombole ad aria compressa.

Il museo offre anche la possibilità di osservare un Rov - il robottino a comando remoto che permette di esplorare gli abissi e che è stato impiegato persino da alcuni registi, fra tutti James Cameron, per girare film e documentari – come diversi reperti provenienti dai ritrovamenti e dagli scavi effettuati nei mari di tutta l’Isola dall'archeologo Tusa.

Il museo inoltre si offre alla cittadinanza come ottimo spazio didattico legato all’esplorazione subacquea.

E non a caso nella sua decennale storia è stato protagonista di diversi incontri con le scolaresche come di lezioni di ecologia e biologia marina, volute proprio dall’associazione Amici della Soprintendenza del mare, per divulgare alla popolazione l’importanza – anche storica - del Mediterraneo e dei popoli che l’hanno governato, dai fenici in poi.

L’iniziativa delle Vie dei Tesori d’altronde aveva già colto l’importanza di una realtà educativa come questa, inserendola più volta all’interno del suo itinerario di proposte che prevede diversi luoghi da visitare e salvaguardare.

E proprio in questo periodo, il festival "Il Genio di Palermo" apre le porte del museo per una serie di visite inedite che si svolgono solo il sabato (29 aprile e 6 maggio) alle 11.00.

Purtroppo però il Museo della Subacquea, situato vicino i Cantieri navali, oggi rischia lo sfratto, per via del restauro dell’antico Arsenale che dovrebbe iniziare a giugno e che prevedono gli sgomberi i alcune sale, come quelle occupate dal Museo della Subacquea.

Tra i soci dunque dell’associazione, fra cui lo stesso fondatore del museo Filippo Gebbia, e i diversi appassionati si sta cercando di mobilitarsi per salvaguardare questa grande collezione, che chiede solamente dei nuovi spazi dove appoggiarsi e mantenere magari il museo attivo, da qui ai prossimi anni, fino a quando il restauro dell’arsenale non sarà concluso.

Palermo nei prossimi mesi rischia così seriamente di perdere una delle perle più preziose e nascoste della sua ampia offerta di luoghi culturali da visitare.

Nel caso in cui però la collezione dovesse essere chiusa quest’estate, avete ancora un po' di tempo per permettervi di visitare il museo e nell’immergervi in un contesto magico, dove le lancette del tempo si sono fermate ed è possibile ancora immaginarsi di indossare lo scafandro di un palombaro, per esplorare l’oceano.

Come quando eravamo dei semplici bambini, sottoposti alla meraviglia degli scritti di Jules Verne e a quei eroi nostalgici che per primi, in televisione, davano sfogo alla nostra curiosità, portando le telecamere sotto il livello del mare.
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