STORIE
Quei sedici corpi rimasti senza un nome: il mistero delle foibe a pochi passi da Palermo
A distanza di 5 anni dalla scoperta dei resti di quei corpi nulla è cambiato e adesso il rischio è che l'indagine sulle foibe di Roccamena venga archiviata definitivamente
Un frame del video pubblicato da Fanpage.it sulle foibe di Roccamena
Stiamo parlando del caso venuto alla luce cinque anni fa in un paesino a circa 60 chilometri da Palermo, al confine anche con Trapani e Agrigento.
Siamo a Roccamena, e precisamente, in cima alla montagna che sovrasta il paese. Qui, nell'ottobre 2016, i carabinieri del comando provinciale di Palermo scoprirono quella che poi si rivelò una vera e propria foiba.
In quel periodo, infatti, grazie a una fonte confidenziale dei carabinieri, vennero alla luce i resti di ben 16 corpi che ancora oggi non hanno un'identità. Tra questi - in base ai rilievi effettuati dall'anatomopatologa che ha seguito il caso - ci sarebbero anche due giovani in età adolescenziale, tra i 13 e 15 anni.
A distanza di 5 anni però nulla è cambiato e adesso il rischio è che l'indagine sulle foibe di Roccamena venga archiviata definitivamente.
Sì, perchè tra le domande più frequenti che stanno dietro a questo mistero c'è quella che rimanda alla possibilità di un cimitero di mafia. Ipotesi, tuttavia, non confermata perché non si è mai riusciti ad identificare le vittime e la causa della loro morte.
A chi appartengono quei resti - sono stati trovati anche la fibbia di un boy scout e una scarpa da donna di colore rosso - dunque non si sa ancora nulla. Dal 2016 ad oggi hanno lavorato al caso gli investigatori della procura di Termini Imerese, purtroppo senza esiti.
E rendere ancora più misterioso il caso sulle foibe di Roccamena è il fatto che i resti umani - che risalirebbero a un periodo compreso tra gli anni Trenta e la fine degli anni Settanta - siano stati scoperti tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, ben vent'anni prima che la fonte confidenziale dei carabinieri trovasse il coraggio di denunciare.
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