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Quando il paradiso è dietro l'angolo: la Timpa, riserva "magica" ai piedi di Acireale

Una riserva naturale ancora poco conosciuta che offre la possibilità di nuotate rigeneranti e percorsi a piedi da cui scorgere paesaggi mozzafiato. Come raggiungerla

  • 28 maggio 2021

Uno scorcio della Riserva naturale orientata della Timpa (foto di Fabrizio Zuccarello - Legambiente Acireale)

Ci sono luoghi dove i rumori del mondo lasciano il posto al melodioso cinguettio degli uccelli, dove il tempo si ferma e ci si può ricongiungere per qualche ora con la natura, provando un profondo senso di benessere che aiuta a ricaricare le energie perse nel tran tran quotidiano.

Non bisogna andare lontano per scoprirli, spesso la bellezza si trova dietro l'angolo e neanche lo sappiamo. La Sicilia, infatti, è piena di paradisi terrestri che aspettano soltanto di essere attraversati e vissuti. Come quello che si trova ai piedi di Acireale, lungo un costone lavico che scende a strapiombo sul mare turchino.

Stiamo parlando della Riserva Naturale Orientata della Timpa, una scarpata causata dal movimento della faglia di Acireale: un gioiello naturalistico con un'estensione totale di 225,34 ettari, che non è ancora conosciuto come merita ma nel quale vale la pena immergersi almeno una volta.

L'area, che rappresenta un vero e proprio laboratorio a cielo aperto in cui è custodita la storia geo-vulcanica della Sicilia, è stata dichiarata Riserva soltanto nel 1999, dopo un vastissimo movimento di opinione e grazie alla sensibilità degli abitanti del territorio che ne hanno sempre compreso la straordinarietà.
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Tra i colori cangianti del mare che contrastano con le millenarie colate di pietra lavica e il verde della vegetazione mediterranea, la Timpa è un'oasi ambientalistica che gli amanti del trekking e del mare non possono che apprezzare. Questo luogo magico, oltre a nuotate rigeneranti, offre infatti la possibilità di percorrere dei sentieri dai quali scorgere paesaggi di una bellezza mozzafiato.

Proviamo a scoprirli insieme. La stagione, d’altronde, è perfetta. Non fa più freddo, ma non c’è ancora il caldo soffocante di agosto. Indossate, quindi, delle scarpe da ginnastica e un cappello, fate scorta di acqua, mettete della crema solare e via verso una delle mete più affascinanti della nostra amata isola.

Sentiero Chiazzette
Il più accessibile per chi desidera visitare le bellezze della Riserva (anche i bambini abituati a camminare possono avventurarsi), si snoda per 760 metri, è percorribile in un’ora e lo si può iniziare partendo dal centro di Acireale. Provenendo dalla via Romeo, bisogna attraversare il ponte sulla strada Nazionale, per poi percorrere quella che oggi viene chiamata via Tocco.

Il sentiero, snodandosi attraverso sette tornanti, consente di superare agevolmente il dislivello di 150 metri. Riassettato nel XVII secolo su un preesistente tracciato, per più di due secoli è stata la più importante e storica via di collegamento fra Acireale e il borgo marinaro di Santa Maria la Scala, ricco di sorgenti d’acqua dolce e sede di un porticciolo.

Nella prima piazzetta è possibile ammirare un monumentale esemplare di Platano, che ha oltre 150 anni e sicuramente tante storie da raccontare. Superata la curva si prosegue poi sulla prima rampa delle Chiazzette, dove si scorge la Fortezza del Tocco: un bastione edificato nella prima metà del XVII secolo per avvistare eventuali nemici e che oggi, invece, è sede del Centro Visite dell’area protetta. Affacciarsi è d'obbligo, si rimane a bocca aperta per l’incredibile paesaggio offerto dalla costa.

Proseguendo si incontra una cappella dedicata al SS. Crocifisso della Buona Nuova, fino ad arrivare alla settima e ultima rampa. Da qui è possibile incamminarsi lungo due percorsi alternativi: andando dritto si giunge alla piazza del suggestivo borgo marinaro ed è il percorso originario, mentre imboccando il sentiero sulla destra (denominato Via Miuccio) si raggiunge l’omonima spiaggia di “cocole” del Miuccio, dove si può fare il bagno e rinfrescarsi dopo la camminata.

Sentiero Acquegrandi
Lungo 320 metri e di difficoltà medio-alta (sconsigliato ai bambini), il sentiero delle Acquegrandi attraversa uno fra i più integri tratti della Timpa di Acireale. Il suo ingresso si trova a fianco alla chiesetta della Madonna dell’Aiuto che si apre sull’omonima via, una stretta strada rurale raggiungibile dalla frazione di Santa Caterina o da Santa Maria delle Grazie e delimitata da alti muri in pietra lavica.

Dopo aver superato un cancello metallico, la stradella diventa un viottolo accidentato che permette di arrivare su un falsopiano che si affaccia quasi a picco sulla scarpata sottostante, offrendo una spettacolare vista sul mare: a destra la spiaggia di Acquegrandi e a sinistra i declivi della Timpa di Don Masi.

Per raggiungere il mare è necessario incamminarsi per un ripido e impegnativo sentiero a gradini in pietra immerso in un incantevole paesaggio ricco di vegetazione e di spaccati geologici di notevole interesse.

Lungo la spiaggia, che si estende per alcune centinaia di metri e formata essenzialmente da pietre arrotondate dall’azione marina, è possibile rinvenire la sorgente d’acqua che dà il nome al luogo e che un tempo era di abbondante portata.

Sentiero Gazzena
Di bassa difficoltà e con una durata di circa due ore per un totale di 1700 metri, è una delle aree senza dubbio più interessanti dal punto di vista naturalistico e paesaggistico: nonostante sia inserita in un contesto altamente antropizzato e ricada in parte su una zona privata, rappresenta un’oasi praticamente incontaminata in cui è comunque meglio farsi guidare se non la si conosce. Non a caso il suo nome deriva dal termine medievale “Gazum”, che significa “selva”.

Per iniziare il percorso, seguendo le indicazioni per l’ex hotel Perla Jonica, si giunge in via Urne e poi, a sinistra, in via Dei Maceratoi, dalla quale si imbocca a sinistra una strada a fondo cieco dove si intravede una sbarra. Da lì, attraverso una stradella di campagna (rasula), ci si dirige verso un magazzino abbandonato, accanto al quale si estende un sentiero verso nord che conduce su un’altra rasula, con a lato un caratteristico canale di irrigazione (saia).

Percorrendola fino in fondo si arriva a un edificio in rovina che accoglie un pozzo e i resti di un macchinario a vapore (dall'aspetto di una vecchia locomotiva) che serviva al sollevamento dell'acqua destinata ad irrigare l'agrumeto e gli orti situati in tutta la proprietà.

Superato il pozzo ci si affaccia su un primo gradino della Timpa della Gazzena: qui il terreno presenta due scarpate di faglia parallele che creano altrettanti ripiani degradanti. Percorrendo le rasule prima verso nord e poi verso est-sudest, si raggiunge la scarpata con un ampio terrazzamento che si affaccia sul mare sottostante.

Risalendo verso nord, si incontra un piccolo bosco di roverella e subito dopo la Casazza, oggi restaurata e abitata da privati, che separa il sentiero della Gazzena da quello di Acquegrandi.

Il sentiero del ritorno è leggermente diverso da quello dell'andata: ritornando verso il pianoro si scorge, sulla destra, un largo sentiero che conduce a quella che un tempo era una maestosa dimora patrizia; nonostante lo stato di completo abbandono, con i suoi palmenti, cantine e gli ampi saloni con i tetti a volta affrescati, Villa Calanna rappresenta un gioiello di architettura rurale.

Vecchio tracciato ferroviario
Di bassa difficoltà e con una durata di circa due ore per un totale di tre chilometri, il sentiero al momento non è accessibile ma probabilmente lo diventerà durante i mesi estivi. Quando sarà nuovamente praticabile, il consiglio è di munirsi di torcia prima di andare: fra gallerie e grotte che si susseguono lungo il percorso, è indispensabile.

Il sentiero ripercorre una tratta dell’antica ferrovia statale a binario unico costruita nella seconda metà del secolo XIX e disattivata negli anni Sessanta in seguito alla realizzazione del nuovo tracciato a doppio binario.

Non ci sono più i binari, ma sono state lasciate le traverse che poggiano sulla massicciata. Attraversare il sentiero è dunque facilissimo perché non bisogna far altro che seguire il vecchio tracciato ferroviario, che parte da Grotte e termina presso la contrada Mortara, vicino alla nuova strada ferrata.

Tutto il percorso è pianeggiante e procede in parte incassato fra gli alti muraglioni in pietra lavica, in parte lungo quattro tunnel, consentendo spesso ampie vedute sulla sottostante spianata.

Durante la passeggiata, è possibile osservare le rocce che compongono la Timpa, le “opere d’arte” dell’antica ingegneria ferroviaria e, soprattutto, la vegetazione che cresce lungo i fianchi, costituita da particolari essenze della macchia, nonché da tratti di vegetazione boschiva.

Orari e informazioni
La Riserva è gestita dal Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale, ma Legambiente Acireale si occupa di dirigere il Centro Visite e di condurre le visite guidate.

I sentieri sono sempre aperti (eccetto il Vecchio Tracciato Ferroviario che al momento non è accessibile), il Centro Visite invece è aperto il sabato e la domenica dalle 9:00 alle 13:00. A partire da giugno, sarà aperto dal martedì alla domenica dalle 9:00 alle 13:00.

Le visite guidate organizzate da Legambiente Acireale nel periodo che va dalla primavera all'autunno sono gratuite e, per gruppi inferiori a dieci persone, non è necessaria la prenotazione. Oltre alla visita del sentiero Chiazzette (possibile negli orari di apertura del Centro Visite), Legambiente organizza visite guidate anche degli altri percorsi secondo un calendario visionabile sulla pagina Facebook dell'associazione.

Per qualsiasi informazione, per rimanere aggiornati sulla completa riapertura di tutti i sentieri della Riserva e per scoprire il calendario di attività culturali e ambientali realizzate da Legambiente, basta seguire la pagina social o andare sul sito della Riserva Naturale Orientata della Timpa.
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