CRONACA
Per l'Arenella rimane 'A Fabbrica Chimica: com'è oggi l'ex area industriale di Palermo
Una lunga storia quella della Chimica Arenella dove in circa 80 anni si assiste alla nascita e alla morte di quello che fu un polo chimico/industriale a livello europeo
A riaccendere i riflettori sull'area industriale palermitana della borgata è un reportage fotografico realizzato da Toni Gagliano che - dopo aver documentato lo stato di abbandono e degrado dell'ex discoteca "Il Moro" - è tornato nello stesso complesso dell'Arenella per fotografare lo stato attuale del sito industriale.
Nel suo post pubblicato nel gruppo Facebook "Palermo Storica", Gagliano non ripercorre la storia dell'area ma si limita a riportare alcuni ricordi personali di chi viveva in quel quartiere negli anni in cui la fabbrica era in funzione.
Tra le foto, che vi proponiamo in questa gallery, noterete anche una lapide in metallo che si trova proprio a pochi passi dall'ingresso della fabbrica, sulla sinistra, subito dopo la guardiola del custode.
I ricordi di Gagliano iniziano da un fatto semplice e schietto.
«Noi della borgata Arenella non chiamiamo questo luogo "Chimica Arenella", bensì semplicemente 'A Fabbrica Chimica" tout court. Per noi era lo stabilimento chimico per antonomasia, era inutile aggiungere "Arenella", che fa, non lo sapevamo dove si trovasse?».
Dai racconti del padre e della zia, entrambi operai della fabbrica da giovani, Gagliano prosegue il post ricordando «un periodo in cui si lavoravano gli agrumi per ricavarne acido citrico in campo chimico, succhi e marmellate in ambito alimentare.
I miei ricordi, ovviamente più recenti, sono rivolti ad un paio di attività commerciali operanti all’interno del perimetro della fabbrica e intraprese da persone che io conoscevo. Una era la ditta che vendeva materiale per l’edilizia dei fratelli Ballarò, e l’altra era la famosa discoteca Il Moro gestita dalla famiglia Naselli. Resistono soltanto un paio di ditte di riparazioni e di rimessaggio natanti.
Tempo fa avevo sentito parlare di un progetto da parte del Gruppo Rocco Forte che avrebbe voluto realizzare un resort. D'altra parte il luogo, sul mare, si proponeva benissimo per una tale destinazione.
Adesso è tutto lasciato all’abbandono, alla rovina, e noi restiamo in attesa di conoscere i progetti del nostro Comune che, spero, possano fare rivivere questi luoghi e renderli fruibili a tutta la cittadinanza».
A tal proposito, secondo quanto riportato da Palermo Today, il Comune è al lavoro sul patrimonio comunale al fine di puntare alla redditività e alla valorizzazione attraverso partnership istituzionali per il recupero dell'area.
Ad occuparsi del progetto di rigenerazione c'è anche l'assessore Maurizio Carta che ha spiegato che in questa area ci sono problemi di inquinamento del suolo che dovranno essere prioritariamente risolti. Successivamente, "l’intenzione è quella di un partenariato pubblico-privato per la localizzazione di funzioni sia di quartiere che di rango metropolitano".
Un'ultima curiosità, riportata da Gagliano è un aneddoto che gli raccontò l'amico Carmelo Mazzé, grande esperto di storia.
È lui a ricordare di quella volta in cui lo stabilimento venne colpito dai cannoni di un sommergibile tedesco. Un episodio accaduto più a scopo propagandistico che bellico.
«Era il 31 gennaio 1918 quando un sommergibile tedesco cannoneggiò lo stabilimento per poi immergersi prontamente e fuggire dopo la reazione (tardiva) delle batterie italiane. Per molti anni a venire i rinidduoti avrebbero raccontato ai figli e ai nipoti questo episodio di guerra avvenuto nelle acque antistanti la propria borgata».
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