STORIE
Non dimentichiamoci Noemi: perché chi è reso "invisibile" dalla droga non debba più morire solo
Il 5 dicembre 2020 a Palermo viene rinvenuto il corpo di una giovane donna, Noemi, morta presumibilmente di overdose. Qualche giorno fa è stato il suo compleanno e vogliamo ricordarla
Noemi
L’avevo incontrata casualmente di passaggio quella mattina, per strada, nel solito tratto da lei frequentato, in zona via Maqueda, che mi chiedeva nervosamente se avessi una sigaretta. Non la vedevo da tempo e nella fretta della mia routine di quel giorno non le dedicai molto tempo, eppure la conoscevo, conoscevo bene la sua situazione, e diverse volte provai persino ad esserle di aiuto per poter fare in modo che riprendesse la sua vita in mano e risolvesse almeno qualcuno dei problemi che negli anni le avevano rubato la felicità.
Aveva avuto delle difficoltà con le sostanze, è vero, ma si era ripulita diverse volte, motivatissima anche dal fatto di aver avuto uno splendido figlio e di volersi occupare seriamente di lui oltre che di se stessa. Ricordo benissimo anche prima che fosse entrata nel tunnel della droga, in cui molti dei suoi amici caddero già prima di lei, era molto contraria all’utilizzo di queste sostanze e, molto maternamente, si occupava di aiutare, soccorrere e recuperare i suoi affetti tra coetanei e persone poco più grandi affette da questo vizio malefico e autodistruttivo.
Oggi siamo nel settembre 2021 e qualche giorno fa è stato il suo compleanno, una data celebrata mediaticamente e sui social persino da chi non l’aveva forse neanche conosciuta. È stato recentemente pubblicato un libro su di lei che porta il suo nome nel titolo in copertina in una triste sequenza di parole "Noemi Crack Bang. La banalità del male" scritto da Gilda Sciortino e Victor Matteucci.
Purtroppo lei era diventata un invisibile, seppure era una persona che Papa Francesco definisce in Gaudete ed Exultate: una “santa delle porta accanto”, che agiva nel suo piccolo e senza fare troppa notizia, così come senza fare notizia si è persa tra le strade cittadine di Palermo, cercando giornalmente aiuto tra i passanti e sostegno nell’amministrazione pubblica.
Come lei, purtroppo, tanti giovani e meno giovani popolano il sottobosco del capoluogo e di altre città in crescita dal punto di vista commerciale, promosse artisticamente e culturalmente, dalle crescenti movida, che occultano o volutamente ignorano il mal-essere del popolo degli “invisibili”: persone che giornalmente chiedono l’elemosina, dormono per strada o usano e abusano di alcool, farmaci e droghe, a partire dalla più tenera età, finendo in brutti giri, vicini alle mafie, al narcotraffico, al mercato della prostituzione e a situazioni di violenza, a volte anche casalinga, totalmente ignorate più o meno volutamente dai media e dai concittadini.
Auspico la nascita di un comitato attivo nella lotta alla droga e utile nel sostegno delle persone in difficoltà, perchè non si muoia più da soli.
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