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Museo a cielo aperto, 8mila piante e il Terzo Paradiso: in Sicilia c'è il Parco dell'Anima

Un patrimonio vegetale di immenso valore. Ma non solo questo: si tratta di una ricchezza non soltanto biologica, ma anche culturale. Vi ci portiamo

Federica Puglisi
Giornalista
  • 8 gennaio 2025

Parco dell'Anima in Sicilia

Ottomila piante per un luogo che ambisce a diventare un sito che guarda all’ambiente e alla sua biodiversità, da tutelare e preservare. In provincia di Siracusa nel territorio di Noto c’è il Parco dell'Anima all’interno dello Zahir Country House e dell’antica Masseria La Corte del Sole.

Si tratta di un museo a cielo aperto, tra arte, natura e scienza in un dialogo continuo e permanente. Con la posa delle 8 mila piante si concretizza un progetto per rafforzare ciò che il parco già presenta nei suoi numerosi ettari di macchia mediterranea. Infatti questo luogo punta a divenire la prima banca dei semi del mondo con finalità educative, per riflettere sulla salvaguardia delle antiche varietà agricole e sulle culture del Mediterraneo.

Ma il parco non è solo questo, è anche un luogo che ospita opere e installazioni di arte contemporanea. Nasce dalla lungimirante idea di Alessia Montani, fondatrice del Consorzio AVASIM-M’AMA.SEEDS, che si occupa della valorizzazione delle colture, con lo scopo di riunire tutta la filiera di coloro che lavorano per la tutela degli antichi semi.
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L'obiettivo del parco è preservare la biodiversità attraverso il recupero degli antichi semi autoctoni e integrare l'agricoltura con i beni culturali, le arti, la moda, la scienza, le nuove tecnologie e l'intelligenza artificiale.

La conservazione dei semi dunque servirà per il futuro dell'agricoltura e per la stabilità degli ecosistemi, promuovendo allo stesso tempo la consapevolezza e l'educazione ambientale tra le nuove generazioni.

Una delle prime opere realizzate è stata l’installazione Terzo Paradiso dell'artista Michelangelo Pistoletto, che simboleggia la fusione tra natura e creatività umana, infatti "Terzo Paradiso – Rebirth" esprime il legame tra arte e natura, tra le spighe di uno speciale grano antico chiamato "russello".

La particolarità dell’installazione è stata quella di seguire i ritmi della natura, dalla semina alla trebbiatura.

«La salvaguardia della biodiversità agricola può, a nostro avviso, avvenire soltanto attraverso una strategia unitaria, che miri anche a colmare il divario di comunicazione tra il mondo accademico e le persone comuni – lo ha sottolineato Alessia Montani.

Credendo nella necessità della pluralità dei linguaggi, ci dedichiamo alla conservazione di antiche varietà vegetali spontanee ed agricole - cereali, viti, ortaggi, frutta, brassicacee, oleose, erbe officinali - con un approccio innovativo e multidisciplinare.

Noi guardiamo la biodiversità, non solo dal punto di vista biologico, organolettico e nutrizionale, ma anche dal punto di vista culturale e affrontiamo il tema della salvaguardia della biodiversità in modo integrato e sincretico».

Per la realizzazione dei progetti e delle opere, gli artisti lavorano insieme ai ricercatori, per divulgare, attraverso le opere d'arte, il risultato delle ricerche scientifiche.

«Stiamo aumentando – ha aggiunto - , in modo considerevole, la quota di terreni agricoli con caratteristiche paesaggistiche ad elevata diversità, in asse con i dettami della "Nature Restauration Law"».

Il progetto prevede la possibilità di aprire numerosi Parchi dell'anima in Italia e nel Mediterraneo, nel rispetto del binomio arte-scienza: reintroduzione della biodiversità agricola e opere d'arte contemporanea.

Il progetto del parco nasce in collaborazione con il Consorzio AVASIM-M’AMA.SEEDS. Si punta quindi a proposte di legge che possano tutelare il settore. Per questo AVASIM propone una nuova categoria di Made in Italy: quello "dei semi", per proteggerli da fenomeni di "italianità” fittizia.

L’obiettivo è avere delle norme che possano tutelare l'originarietà del seme antico e proteggerlo; ma anche l'ingresso dei semi antichi all'interno del Patrimonio culturale nazionale nell'accezione di beni culturali, fondamentali della tradizione agroalimentare italiana.

«Oggi deteniamo un patrimonio vegetale di immenso valore, va tuttavia valorizzato il fatto che si tratti di un patrimonio non soltanto biologico, ma anche culturale - rappresentando la nostra storia, le nostre radici.

Un potenziale volano economico, non ancora sfruttato, che va fatto conoscere, con una pluralità di linguaggi, primo tra tutti, quello dell'arte e supportato con norme di defiscalizzazione», per la creazione della prima filiera agroalimentare basata sulla trasformazione delle antiche sementi italiane con bollino valoriale M’AMA.SEEDS.
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