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"Memorie da salvare": un docufilm sulla (misteriosa) storia del castello di Calatubo

Un viaggio alla scoperta di un territorio ricco di testimonianze archeologiche che attraversano millenni di storia umana, dalla preistoria al terremoto del Belìce

Balarm
La redazione
  • 26 febbraio 2024

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Un'area ricca di testimonianze archeologiche che attraversano millenni di storia umana, dalla preistoria al terremoto del Belìce (1968).

Un documentario racconta la storia di Calatubo (Alcamo) attraverso la voce di alcuni dei componenti di "Salviamo il Castello di Calatubo", l’associazione che cura e rende periodicamente fruibile, una parte dei luoghi d'interesse storico-archeologico del territorio.

Prodotto da EsperienzaSicilia.it, con la regia di Lorenzo Mercurio, il film è stato realizzato con il patrocinio gratuito del Comune di Alcamo e il supporto dell'associazione SiciliaInnova.

Grotte con tracce di frequentazione antropica, una necropoli arcaica, testimonianze greco-punico-romane, medievali, moderne e contemporanee evidenziano una continuità della presenza umana nell'area dove sorge il castello.

L'uomo lascia tracce del suo passaggio, che riaffiorano e vengono esaminate dagli studiosi insieme alle fonti d'epoca storica, lasciate da cronisti contemporanei con il fine di ricostruire abitudini, credenze e comportamenti.
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Tramite le parole di Stefano Catalano, Maria Rimi, Salvatore Campo e Rosario Adamo, il documentario si addentra nel cuore di un territorio dall'excursus storico complesso e ricco di punti ancora da approfondire.

“Calattubo” risulta essere un toponimo utilizzato almeno fino all'epoca moderna, come nome di un possedimento nobiliare della famiglia De Ballis.

Solo in tempi relativamente recenti una delle “t” è stata eliminata dall'uso comune del termine, probabilmente per addolcirne la pronuncia – o per una semplice forma di riduzione della complessità.

Rimane chiara l'origine araba del termine, certamente sviluppatosi a partire dall’XI secolo. È infatti la rocca dove sorge il castello a dare il nome a tutto il comprensorio, dove oggi sorgono sterminati vigneti, uliveti, campi di grano, alternati a sterpai di vegetazione mediterranea di tipo erbaceo o arbustivo.

La valle di Calatubo è inoltre attraversata da un torrente, oggi denominato Finocchio, che poco oltre la rocca si unisce a un secondo corso d'acqua, il Fico.

Le evidenze morfologiche e i ritrovamenti di probabili bitte d'attracco in calcarenite, proprio in prossimità di tali torrenti, lasciano ragionevolmente ipotizzare che potesse trattarsi di corsi d'acqua una volta addirittura navigabili, utili al trasporto verso il vicino mare di prodotti agricoli o di pietra molare – arenaria conchiglifera – che veniva cavata nelle vicinanze almeno dal periodo arabo.

Il documentario uscirà su YouTube dopo la proiezione ad Alcamo prevista per aprile. Al momento può essere visto gratuitamente su richiesta, inviando un e-mail a info@esperienzasicilia.it. Nel film appare anche la cantastorie palermitana Sara Cappello.
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