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Markus e Sebastiano, i primi sposini di Marsala: "Vivere sottobanco non dà dignità"

La battaglia per i diritti civili di Sebastiano, presidente del Movimento Popolare Arcobaleno, e del suo compagno dura da più di trent'anni. Ecco la loro storia

Jana Cardinale
Giornalista
  • 31 ottobre 2020

Sebastiano e Markus nel giorno del loro matrimonio a Marsala

Ci sono parole che rendono serenità, e giustizia, a certe battaglie portate avanti nel nome dei diritti, anche in solitudine. Con perseveranza, e coraggio, essendo impopolari, per non cedere il passo al conformismo e non diventare antipopolari.

La battaglia sui diritti civili di Sebastiano Grasso, presidente a Marsala del Movimento Popolare Arcobaleno, dura da trent’anni, e oggi viene promossa soprattutto tra le nuove generazioni. E le parole di Papa Francesco sulle unioni civili, sui diritti degli omosessuali, la rende meno sola, più giusta.

«A prescindere dal credo – dice Sebastiano Grasso - sono felice delle parole del Papa. Le ho intese proprio come quelle di un padre di famiglia che sa pensare a tutti. E il problema principale, quando si parla di omosessualità, è proprio l’accettazione in famiglia.

La società, i pregiudizi e ogni eventuale problema, vengono dopo; prima i disagi nascono in casa e nel 90 per cento delle volte la famiglia di origine crea problemi. Credo e spero che le parole di Papa Francesco abbiano ammorbidito le coscienze delle famiglie».
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Sebastiano si è unito in matrimonio a Marsala, dando vita alla prima unione civile celebrata in città, il 17 luglio del 2018. Ha sposato Markus, suo compagno da ventuno anni, con cui ha vissuto in California prima di trasferirsi in modo stabile a Marsala.

«Markus è un docente e tra pochi mesi andrà in pensione – dice – mentre io avevo uno studio d’arte a Los Angeles. Lì mi occupavo delle attività della comunità LGBTQ, mi spendevo per queste tematiche con tutta la convinzione possibile. Credo che la politica sia onestà, e vorrei che i politici si liberassero dalle ipocrisie che spesso condizionano le nostre vite affrontando tematiche importanti che riguardano realmente l’esistenza delle persone».

A Marsala Sebastiano ha affrontato di recente una campagna elettorale, candidandosi a sindaco.

«Una candidatura di testimonianza, proprio per dare un segnale forte. Abbiamo preso poco più dell’1 per cento, ma abbiamo riunito idee, persone, e ideali - continua -. Ho in mente tanti progetti tra cui creare dei Circoli grazie ai quali dar vita a iniziative e servizi per le persone, e per questo a breve incontrerò il nuovo sindaco della città, cui vorrei dare dei suggerimenti, e dal quale ho trovato disponibilità all’ascolto e apertura per un dialogo che vorrei fosse duraturo».

Tremila persone il 3 agosto del 2019 parteciparono a Marsala alla Marcia dei Diritti, e furono cinquemila, poi, quelle che giunsero al termine del corteo.

«Non era un Gay Pride – aggiunge - cui sono tendenzialmente contrario, era una manifestazione che voleva unire tutte le fasce più "deboli". Coloro che lottano. Se assieme a noi sfila un pensionato che si crede omofobo, per me va bene - dice Sebastiano - perché tutti abbiamo bisogno di tutti. Noi di lui e lui di noi. La classe politica vuole la divisione, e invece i diritti si ottengono soltanto essendo uniti».

Il suo matrimonio con Markus fu una festa d’amore: celebrato nel cuore del centro storico, da un pastore valdese, riempì le strade della città di gioia, di condivisione, di colori. Una cerimonia vissuta tra i flash e le telecamere che immortalarono quel momento inedito per la città, ma che dai protagonisti era già stato vissuto negli Stati Uniti, con la precedente trascrizione nei registri dello Stato Civile dell’unione, poi formulata finalmente anche a Marsala.

«Abbiamo voluto che qui fosse percepito come un gesto di forza, di coraggio, di verità. Tante persone hanno condiviso la nostra gioia, la nostra normalità. Vivere sottobanco non può dare la dignità, per questo il messaggio di Papa Francesco è significativo e rappresenta un momento nuovo. Noi siamo pronti a nuove iniziative, nuove manifestazioni, nuova presenza. Sfidiamo la doppia morale e speriamo in un mondo a colori, per tutti».
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