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Vittorio Sgarbi: nessuna incandidabilità per Cefalù

Il critico d'arte ha inviato un esposto al ministero dell'Interno per fare chiarezza sulla diffusione di atti riservati sullo scioglimento del Comune di Salemi

  • 10 aprile 2012

"Fuga di atti riservati": le vicende relative alla candidatura di Vittorio Sgarbi a sindaco di Cefalù, che sembrava non essere possibile per questioni legate allo scioglimento del Consiglio Comunale di Salemi, si arricchiscono di nuovi particolari. Sgarbi ha infatti chiesto, con un esposto al ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri, di individuare i soggetti che, a partire proprio dal Ministero, hanno permesso la diffusione di notizie riservate relative alla vicenda del comune del trapanese, rese pubbliche dalla Italpress.

Gli atti in questione sollevano il problema della presunta incandidabilità di Sgarbi per le elezioni di Cefalù, ai sensi dell’art. 143, comma 11 del decreto legislativo 267/00; la fuga delle notizie riservate viene definita in un comunicato, diffuso dallo stesso critico d'arte, «un gravissimo e inaudito condizionamento della campagna elettorale, con il sospetto che a rendersene protagonisti siano anche gli uomini delle Istituzioni».

Girolamo Rubino, avvocato difensore di Sgarbi ha precisato che le vicende relative allo scioglimento del Consiglio Comunale di Salemi non hanno determinato l'incandidabilità alle elezioni comunali di Cefalù, questo perché «non solo non è stato adottato un provvedimento definitivo di incandidabilità da parte del tribunale competente per territorio, ma addirittura non risulta che sia stato avviato il procedimento volto alla declaratoria di incandidabilità giacché il critico d'arte non può essere ritenuto responsabile delle condotte che hanno dato causa allo scioglimento del Consiglio Comunale di Salemi».

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