MUSICA
Violoncello ed elettronica, un duo australiano per Antitesi
Ancora una volta l’Associazione Antitesi riesce a dimostrare la sua preveggenza sonora in campo elettronico e sperimentale. Il guizzo che convince, questa volta, arriva dalla presentazione di un affascinante set musicale in programma giovedì 19 ottobre alla galleria del Pensionato "San Saverio" di Palermo (via Di Cristina 39), alle 21, con l’esibizione del duo Anthea Caddy e Thembi Soddell: il concerto sarà preceduto, mercoledì 18, da un incontro/seminario presso l’aula multimediale del Conservatorio "Antonio Scontrino" di Trapani.
Australiane di nascita e formazione artistica, Caddy & Soddell racchiudono all’interno della loro esperienza musicale un patrimonio introspettivo, psicanalitico, trasformato in onde sonore mediante espressioni complesse, affascinanti e a volte aggressive. Programmazioni, sampler, nuove frontiere della musica, mischiate al violoncello, strumento nobile che sembra trovarsi a suo agio all’interno della sperimentazione contemporanea, pensata e improvvisata. Le due artiste confermano quanto di buono c’è sul fronte elettronico in terra d’Australia; una solida e avveniristica "architettura" ben collaudata, che trova le basi sulle fondamenta di artisti come Paul Mac, Several Head fino a giungere al collettivo Architecture in Helsinki, dove Anthea Caddy ha prestato alcune sue intuizioni al violoncello in occasione del loro ultimo, apprezzatisismo album, "In Case We Die".
Al tratto geniale della Soddell si contrappongono le intuitive performances di Anthea Caddy, violoncellista "dinamica" con il vizio dell’improvvisazione e capace di un approccio allo strumento multiforme. Tante le sue collaborazioni, da Darrin Verhagen a Francois Tetaz e altrettanto importanti le sue partecipazioni ai sound-art australiani (Straight out of Brisbane, Liquid Architecture, What Is Music?, Articulating Space).
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÙ LETTI
-
STORIA E TRADIZIONI
In Sicilia solo un'altra parola vale quanto questa: perché un "suca" è per sempre