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Tutti contro Diego, "sindaco invisibile e vigliacco"
«Sindaco invisibile e vigliacco»: questa la frase che accomuna le reazioni di politici, imprenditori e opinion leader dopo le dimissioni di Diego Cammarata
Tutti contro Diego, «sindaco invisibile e vigliacco». Questa la frase che accomuna le reazioni di politici, imprenditori e opinion leader cittadini dopo le dimissioni dell’ormai ex Primo cittadino di Palermo Diego Cammarata. La prima reazione alla notizia del giorno è arrivata dalla candidata alle primarie del centrosinistra Rita Borsellino: «La parabola del centrodestra palermitano si è conclusa nel modo più vigliacco. Cammarata si è dimesso per non affrontare l'enorme buco di bilancio creato con la sua amministrazione fallimentare. Per salvare il Comune, noi palermitani saremo costretti nei prossimi mesi a pagare un conto salatissimo e a sostenere sacrifici enormi. Altro che amore per la città. Il suo è l'ultimo atto di responsabilità di chi, supportato da una classe politica di centrodestra che adesso prova a riciclarsi, ha distrutto la nave e l'abbandona mentre affonda».
Stessa metafora anche per Antonello Cracolici, presidente del gruppo Pd all'Ars: «Cammarata è come Schettino, il comandante della “Concordia”, che scappa mentre la nave affonda. Ha distrutto questa città, sta lasciando solo macerie, e non è una metafora: basta andare a Palazzo delle Aquile e vedere in quale stato di abbandono è ridotto, per rendersi conto del degrado in cui siamo sprofondati. Fugge come un topo che tenta di abbandonare la nave che affonda».
Ci va giù duro anche il segretario della Cgil di Palermo Maurizio Calà: «Il sindaco non c'era più da tempo in questa città, quindi queste dimissioni sono soltanto una presa d'atto. Quello che però più ci sconvolge è il senso di responsabilità di una amministrazione che passa di mano non quando avrebbe dovuto, per dare il tempo di intervenire sulle grandi questioni. Cammarata lascia per un calcolo di tipo elettorale. Lascia a qualche mese dalle elezioni tutte le grandi partite e le tragedie di Palermo aperte, a partire dalle grandi difficoltà economiche, dai problemi delle società partecipate, dalle condizioni critiche dei servizi della città, che sono frutto del malgoverno del sindaco e di questa amministrazione». In una nota congiunta di Italia dei Valori, il portavoce nazionale e candidato sindaco Leoluca Orlando, il segretario regionale Fabio Giambrone e il segretario provinciale di Palermo Pippo Russo scrivono: «Dopo anni di barbarie e dopo i brogli elettorali del 2007, Diego Cammarata lascia palazzo delle Aquile per mettersi al riparo dai molti guasti prodotti. In questi anni Cammarata ha governato il capoluogo siciliano con clientele, favoritismi di ogni genere e sprechi anche nei Paesi arabi del golfo».
Non usa mezzi termini anche il governatore siciliano Raffaele Lombardo: «Diego Cammarata è il peggiore sindaco della storia di Palermo. Ha distrutto una città meravigliosa e oggi fugge tentando di scaricare su altri le evidenti responsabilità della sua pessima amministrazione. Ci vorranno anni e anni di lavoro faticoso per risanare Palermo». Per Nino Lo Presti, deputato di Futuro e libertà, «Diego Cammarata, nel delirio dell'epilogo della sua tragicomica esperienza amministrativa, tenta di riversare su altri, come il presidente della regione Raffaele Lombardo, colpe e responsabilità che sono soltanto sue. Non riconosco più nel sindaco dimissionario quel professionista serio e preparato che fece sperare tutti noi in un nuovo corso della città di palermo, al suo primo mandato».
Reazioni post dimissioni anche dall’imprenditore e candidato sindaco Tommaso Dragotto: «Non posso dare colpe a Diego Cammarata. È stato un sindaco invisibile, imposto dalla politica e Gianfranco Micciché. Il risultato di una amministrazione-fantasma è sotto i nostri occhi».
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