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Teatro 30: “A.A.”, omaggio ad Antonin Artaud

  • 18 aprile 2005

“Non è altro che la necessità di esserci con tutto il nostro essere…Il Teatro 30…Non un luogo fisico in quanto tale…Prima era la piazza poi una stanza di 17 metri quadri, poi una stanza di venticinque…adesso un tipico “basso” nel centro storico di Palermo di 30 metri quadri, un po’ più grande, ma solo un po’…Vogliamo guardarli sempre negli occhi i nostri spettatori/attori…Attori in quanto protagonisti insieme a noi di un incantesimo chiamato vita”. Così si presentano Dario Ferrari e Nina Lombardino e cioè la compagnia Darianton. Stavolta l’incantesimo che avrà luogo, dal 22 aprile al Primo maggio, in via Magione 5 alla Kalsa, nel raccolto spazio scenico del Teatro 30 che ospita appunto 30 spettatori per volta, sarà una pièce di brani teatrali di Antonin Artaud, dal titolo “A.A.”, regia dei Darianton, con Dario Mangiaracina, Chiara Muscato, Marcella Vaccarino e Gisella Vitrano. “A.A.”, tragedia in un atto e unica scena, è appunto un omaggio alla figura di Antonin Artaud, dominante protagonista dell’avanguardia teatrale francese nel periodo che sta tra le due guerre, scrittore, attore di teatro e cinema, e sensibilissimo poeta, profondamente segnato da disturbi nervosi che lo accompagnarono per tutta l’esistenza.

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Lo spettacolo vuole rendere un tributo alla sua concezione teatrale elaborata nella teoria de “il teatro della crudeltà” (“l’affermazione della crudeltà è l’affermazione della vita stessa dell’uomo, è drâma.”, Antonin Artaud) mediante numerosi articoli e saggi, che poi confluirono nel volume “Il teatro e il suo doppio” (edito nel 1938). L’autore rifiutava il teatro occidentale in quanto limitato a certe esperienze umane relative ad alcune problematiche psicologiche individuali e a tematiche sociali proprie di alcuni nuclei. Per Artaud gli elementi primari dell’esistenza, invece, vanno a concentrarsi nell’inconscio e nei più lontani recessi mentali, dove gli istinti di distruzione dell’uomo sono presenti e dominanti. Lo scopo ultimo, allora, diventa generare nel pubblico un’esperienza in cui, essendo in comunione con tutti, ci si possa purificare da quei sentimenti “bestiali” attraverso la manifestazione indotta degli stessi. Una “crudeltà” chiaramente interiore, nulla di fisico: egli mirava a toccare l’istinto, stimolando l’attore ad immergersi fino alle radici del proprio io e il pubblico astante a partecipare completamente da un punto di vista emotivo, in modo tale che, terminato lo spettacolo, stravolto e purgato, si allontanasse trasformato spiritualmente.

Artaud, inoltre, abbandonava l’idea dell’edificio-teatro tradizionale e proponeva di far svolgere l’azione all’interno di spazi industriali in disuso o in hangar, in modo da circondare e coinvolgere totalmente gli spettatori: arrivò anche a dotarli di sedie girevoli, che portassero a seguire l’azione a 360 gradi e in ogni direzione e luogo, senza usare alcuna scenografia. Questo modo di vivere il teatro confluisce in “A.A.”, e lo stesso Teatro 30 è un palcoscenico in cui Artaud si ritroverebbe. Questi gli orari dello spettacolo, dunque: venerdì 22 e sabato 23 e venerdì 29 e sabato 30 aprile alle ore 21, mentre domenica 24 aprile e domenica 1 maggio alle ore 17; inoltre, solo su prenotazione di gruppi studenteschi o turistici, giovedì alle ore 10. Il costo del biglietto è di 12 o 8 euro. Si consiglia di prenotare la visione dello spettacolo almeno un’ora prima all’apertura del teatro, presso il botteghino. Per informazioni è possibile telefonare al 328.1789950, orario 12-13.

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