Renzo Arbore, il piacere di fare musica
Successi della musica "pop" italiana come "Non dimenticar le mie parole" o "Maramao", alcuni "traslati" all'"american-style"come "Tell me, you will love me forever" ("Una strada nel bosco"), il blues "Smorza 'e llights" ("'Sti bluejeans nun se ponno sfila''"), gli immancabili classici della cultura napoletana "Luna rossa", "'O Sarracino", "Voce 'e notte", "Reginella" e "Malafemmena", gli scherzi musicali di sua produzione - alcuni in combutta con l'amico Mattone - come "Il clarinetto", "Il materasso", "Pecchè nun ce ne jammo in America?" e magari pure "Ma la notte no" e l'ultimissima "Meno siamo meglio stiamo".
Ma restano indimenticabili trasmissioni come "Quelli della notte", "Indietro tutta", il meno fortunato "Marisa La Nuit" ed invece il seguitissimo "DOC", il programma di musica non commerciale che ha fatto crescere musicalmente un paio di generazioni refrattarie alle classifiche dei fratelli maggiori "Discoring" e "Superclassifica Show". E come non ricordare le sue sortite sanremesi con "Il clarinetto" o insieme all'amico Nino Frassica per cantare "Grazie dei fiori bis"?
Del resto la sua poliedricità musicale lo ha condotto non soltanto a girare il mondo con la sua voce da crooner, la sua "erre moscia" e la propria orchestra, in lungo ed in largo, dall'Olympia di Parigi all'Australia, al Radio City Music Hall di New York, da Mosca al Giappone, ma anche a firmare come direttore artistico le più recenti edizioni di Umbria Jazz, esportandone il marchio fino a Melbourne e, con il Top Italian Jazz, a New York. Impossibile menzionare tutte le sue "malefatte". E andare al concerto sarà come ripercorrerle un po' tutte. E per chi dovesse perdere la performance palermitana, il 25 agosto si replica al teatro Antico di Taormina.
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