ARTE E ARCHITETTURA
Pianotta di Vicari, dal cantiere una fattoria d'età romana
Lavori pubblici e archeologia, un sodalizio a servizio della storia: scoperto un sito d'età romana durante i lavori di ammodernamento della statale Palermo-Agrigento
È nel nuovo che rinasce il passato. Esso riaffiora sommerso e nascosto per rinnovarsi e rinnovare, e quando meno ci si aspetta, quasi senza cercarlo, ci ricorda quanto ne siamo inscindibilmente legati.
È stato proprio durante lavori di ammodernamento della strada statale Palermo-Agrigento nel caldo mese estivo che è riaffiorata in superficie una fattoria di età romano-imperiale, scoperta dalla Sovrintendenza di Palermo nella “Pianotta di Vicari”.
Una gran scoperta, che avvalora ancora una volta l’importanza di interventi archeologici, pur vessati da rallentamenti logistici ed economici, all’interno dei lavori pubblici, come tendono a sottolineare Stefano Vassallo, direttore dell’Unità operativa 5 dei Beni Archeologici e la soprintendente Maria Elena Volpes.
Nei mesi scorsi era stata segnalata nell'area la presenza di strutture murarie e frammenti ceramici antichi, rinvenimenti che hanno indotto gli archeologi della Soprintendenza di Palermo, Unità Operativa 5, a disporre la realizzazione di un cantiere archeologico, con la collaborazione di Antonio Di Maggio e Fausto D'Angelo, della cooperativa Archeologia di Firenze e della ditta Bolognetta.
«Nello scavo-continuano- sono presenti anche alcune istallazioni funzionali a vari tipi di lavorazioni come, per esempio, nell'area a Nord dell'insediamento, una vasca quadrangolare impermeabilizzata con un rivestimento in cocciopesto, oltre a un piccolo forno costituito da ciottoli e circondato da uno strato con cotto».
«L'insediamento – aggiungono- insisteva su un'area che era frequentata già in età preistorica: infatti, nella zona limitrofa alla fattoria è stata rinvenuta ceramica preistorica e tracce di bruciato, risalenti, a un primo esame dei reperti , all'età del Bronzo; in seguito il terreno era stato occupato da una necropoli di età ellenistica (III sec. a.C.), come testimonia il ritrovamento di un'incinerazione e di unguentari acromi piriformi, posti negli strati immediatamente al di sotto delle strutture murarie dell'edificio romano».
«La scoperta - concludono- assume una particolare rilevanza poiché si tratta di uno dei pochi casi di scavo di un insediamento rurale di età romana nella Sicilia occidentale: il nuovo sito messo in luce contribuisce a chiarire le dinamiche del popolamento di questa parte dell'isola nella prima età imperiale, caratterizzata non solo dalla presenza di ricche città costiere, ma anche da un tipo di insediamento diffuso nel retroterra dei grandi centri urbani».
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