Palermo-Juventus: al di là della cronaca calcistica

L’abisso tecnico tra i contendenti, bianconeri da una parte e rosanero dall’altra, è stato leggermente mascherato dal campo reso pesante da un tempo raramente così infame.

Quanti ricordi sono passati per la mente dei “veri” tifosi rosanero presenti allo stadio e non, pensando nostalgicamente a quelle (non tanto lontane) che un tempo erano sfide vissute alla pari contro i bianconeri e che spesso vedevano i colori rosa prevalere.

È così, quando la casa è pericolante, ci si affida ai ricordi di quando, appena costruita e radiosa nell’aspetto, si ammirava con i bei fiori esposti sul davanzale. Adesso i fiori si sono appassiti e l’entusiasmo tra il pubblico è venuto meno. Le partite di grido non attirano più ed il Barbera sta diventando terra di conquista dei sempre più numerosi “nostalgici” o “crastuna”, come volgarmente chiamati coloro che, travestiti per anni di rosanero, riabbracciano in fretta e furia i colori bianconeri-rossoneri e nerazzurri.

Chi ha rovinato il giocattolo è lo stesso che sta tentando disperatamente di riprendere le fila del discorso interrotto da ben due stagioni: il presidente Zamparini per bocca ed indiscusse qualità manageriali di Lo Monaco. Il giocattolo, dopo anni di C e B, stava producendo effetti insperati in una città dominata dal tifo per le "grandi", ed il rosanero stava soppiantando i colori “continentali”. Quanti ragazzini giravano con quelle maglie numero 9 di Toni, la 11 di Amauri, la 5 di Corini e la 10 di Miccoli?

Cessione dopo cessione e conseguente smantellamento tecnico, un susseguirsi di dirigenti ed allenatori hanno disperso il credito di tifo guadagnato dai colori rosa ed allargato a dismisura i detrattori del presidente Zamparini. Ma se Zamparini passerà la mano (tutto ha un fine nella vita), la squadra della propria città resterà per sempre a rappresentazione di un patrimonio, un vanto per coloro che la seguono e che provano a gettare nell’oblio problemi propri e di convivenza in un ambiente difficile, dove certo, la qualità della vita non è alta.

Fa parte di quel riscatto sociale, prima che sportivo, che la gente di Palermo attende e che ha toccato con mano negli anni precedenti e calcisticamente parlando. Noterete che non abbiamo parlato di quanto successo sul rettangolo di gioco: ma del resto cosa vuoi che succeda con una squadra così scarsa tecnicamente ed animata solo da tanta corsa?

Ci siamo quasi stancati, crediamo insieme ai lettori, di dover parlare delle mancanze tattiche e tecniche di questo o quel giocatore: basta, voltiamo pagina! Che poi con la Juventus attuale, una sconfitta è da mettere in conto, nulla da eccepire. In pochi anni i bianconeri sono passati dalla B ( per le note vicende moggiane) ad una dimensione di prospettiva, grazie agli investimenti patrimoniali (stadio di proprietà) e tecnici.

Ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il Palermo non potrà mai paragonarsi come obiettivi a quelli della vecchia signora, ma potrà “vendere” il nome ed il marchio al meglio, investire bene i propri soldi su giocatori, affidarsi nel tempo e senza colpi di scena alle competenze di dirigenti e tecnici capaci.

A molti è passata inosservata, se esiste ancora, una figura che ci aveva tanto intrigato: il manger Teubal. Dopo le mirabolanti dichiarazioni rilasciate post investitura, il manager di origini sudamericane poco e niente ha fatto sul piano del merchandising. Male! Il nome Palermo tira in Italia e non solo. La squadra rosa, che probabilmente non è profeta in patria visto il pullulare di tifosi strisciati che conta, gode di un largo seguito nel resto d’Italia ed a livello intercontinentale.

Ci raccontava un ex giocatore rosa che, in occasione di una partita europea giocata in Svizzera, fu costretto a darsi pizzicotti per non credere a ciò che vedeva e sentiva: palermitani ovunque che gridavano a squarciagola quello che molti cominciano a farlo di nascosto : FORZA PALERMO!!