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Orchestra Sinfonica Siciliana: il valzer viennese a Palermo

Lo storico organico siciliano ha dato prova di sapersi cimentare nel classico repertorio d’inizio anno, senza rimpianti per il più blasonato omologo viennese

  • 4 gennaio 2004

Ben all’altezza delle aspettative è stata, giovedì 1 gennaio, la prima edizione del Valzer di Capodanno eseguita dall’Orchestra Sinfonica Siciliana al teatro Politeama Garibaldi di Palermo. Un buon riscontro di pubblico a giudicare dalla nutrita platea e dai palchi, tutti occupati, nonostante il nubifragio pomeridiano. Lo storico organico siciliano, istituito nel 1951 e completato nel ’58, ha dato prova, sotto la conduzione dell’attuale direttore stabile Alberto Veronesi, di sapersi cimentare nel classico repertorio d’inizio anno, senza rimpianti per il più blasonato omologo viennese. E a rivendicare la paternità tutta siciliana di questa proposta concertistica è già il primo brano in scaletta, l’overture dalla “Norma” del catanese Vincenzo Bellini. Ma è con il “Valzer del Pipistrello” di Johann Strauss figlio che l’atmosfera si fa squisitamente austriaca, per proseguire con il “Banditen Galopp” dello stesso autore, nel quale il Corpo di ballo del Teatro Massimo di Palermo esegue le garbate coreografie di Gerlinde Dill, chiamata dagli organizzatori dalla Vienna State Opera appositamente per l’occasione. Arioso il “Valzer dei fiori” di Čajkovskij, dallo Schiaccianoci, quindi la “Jockey Polka”, raffigurante una vera e propria contesa fra i due ballerini Giuseppe Bonanno e Giuseppe Puccio per la danseuse Carmen Marcuccio.

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E se fino a qui a sostenere in prevalenza l’anima della musica sono stati gli archi ed i legni, a valorizzare trombe e fiati incalza adesso la “Cavalleria leggera” di Franz Von Suppé, con il suo elegante tema, a tratti struggente nella modulazione minore, ed un suadente solo di clarinetto. A chiudere la prima parte del concerto, il celebre valzer “Sangue viennese”, sempre di Strauss, leggiadra tanto la musica che le coppie di danzatori, Salvatore Tocco e la plastica Soimita Lupu, gli espressivi Giuseppe Bonanno e Carmen Marcuccio, i disinvolti Giuseppe Puccio e Floriana Zaja. Si riprende dopo il breve intervallo con l’overture dei “Vespri siciliani” di Giuseppe Verdi, potente, con pathos romantico, dinamica e marciante sul finale, quindi segue la lenta introduzione di “Die Libelle Polka” di Joseph Strauss sulle punte della Lupu sorretta da Tocco, la cui tensione dipinge un’espressione piuttosto rigida sul suo volto, mentre l’orchestra monta poco a poco il ritmo. Chiude il programma ufficiale una terna di Strauss figlio, il valzer dei valzer “Sul bel Danubio blu”, avvolgente e molto scandito, la brillante “Tritsch Tratsch Polka”, incalzante e con toni a tratti scherzosi, molto sentita dal giovane direttore, ed infine il “Kaiserwalzer - Valzer dell’Imperatore”, davvero danzante, tanto che, dopo l’assolo di violoncello, entra tutto il corpo di ballo – tranne la coppia solista precedente – per abbandonarsi, nel frusciar di gonne che giunge alle prime file, ad accattivanti volteggi.

Quindi incessanti, gli applausi hanno premiato l’impeccabile performance della Sinfonica Siciliana, e del prezioso maestro Veronesi, riservando quelli più fragorosi ai ballerini. Ed un così bel momento di festa non poteva concludersi che con il classico brano di chiusura di tutti i concerti di capodanno del Musikverein di Vienna, la Radeztky Marsch, con tanto di pubblico plaudente a ritmo, come nella migliore tradizione viennese. Agli auspici di buon anno presentati a nome di tutto lo staff dal maestro Veronesi, ci sentiamo di dare riscontro augurando all’Orchestra Sinfonica Siciliana, agli organizzatori ma soprattutto al pubblico palermitano, che così puntuale riscontro ha voluto tributare a questa importante iniziativa, che la medesima possa trovare un altrettanto lodevole seguito anche l’anno prossimo.

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