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Open Music Club, Sorge presenta Monk

Balarm
La redazione
  • 4 marzo 2004

Si susseguono a buon ritmo gli “Special event” offerti nella saletta dell’Open Music Club (via Nicolò Turrisi 51/53 a Palermo) e questa volta, dopo la serata di venerdì 5, in cui si esibiranno le vocalists Glenda Scolaro e Rosalia Mignogna (rispettivamente ore 21.30 e 23.30), toccherà al Trinkle trio del chitarrista Paolo Sorge che, sabato 6 marzo con due concerti (ore 21.30 e 23.30, ingresso 4 euro con tesseramento, consigliata la prenotazione) presenterà il suo ultimo lavoro discografico “’Round about Monk”. Affiancato dall’eclettico drummer e percussionista Francesco Cusa e dal trombone di Toni Cattano, il chitarrista eseguirà dal vivo diversi brani presenti nel cd, che ha già riscosso molto plauso se un navigato jazzista come Bruno Tommaso di esso scrive: “Il pensiero polifonico, la sensibilità compositiva o meglio ricompositiva, un sagace senso dell’ironia talvolta espresso con momenti di apparente semplicità e soprattutto una sapiente quasi scultorea alternanza di pieni e vuoti, di magma sonoro e di ipnotico minimalismo ripetitivo evidenziano la vicinanza di questi musicisti all’enigmatico e visionario universo monkiano”.

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Certamente la “filosofia” che sottostà al progetto può dirsi “monkiana”, non certo nelle sonorità, queste qui moderne dato l’uso di dispositivi elettronici, loops e quant’altro, e neppure nel flusso sonoro creato dal trio, in cui i suoni distorti della chitarra si associano ai gravi dello strumento a fiato (nel disco la tuba di Michel Godard) e la batteria cerca di inserirsi negli spazi interstiziali per occupare i silenzi e farsi protagonista essa stessa. Piuttosto è l’operazione che sta a monte ad incarnare lo spirito di Monk, la scomposizione delle armonie, delle frasi, delle linee ritmico-melodiche che poi ricomposte rendono un processo di tesi-antitesi-sintesi musicale straniante ma al contempo ipnotica, proprio come oggi risultano essere le discordanze e aritmie monkiane. Non dimentichiamo infatti che spesso il piano di Monk sembrava scordato, le sue dissonanze rigettate dall’orecchio poco allenato di allora venivano molto criticate dai puristi, le sue tensioni ritmiche, spasmodiche fino all’ultimo istante a suonare note che ci si sarebbe aspettati in altri momenti, spiazzavano totalmente la quadratura dei suoi brani e gli esecutori.

Eppure, tutto ciò oggi è considerato qualcosa di incantevole e perfetto. E’ quanto vuole ricordarci Paolo Sorge con questo disco e con il concerto che lo supporterà sabato all’Open. Domenica 7 marzo esordirà il ciclo delle “serate d’ascolto”, questa prima volta dedicato a “I piccoli gruppi nel jazz moderno”, a cura del bassista Igor Ciotta (inizio alle ore 22), il quale darà la possibilità di ascoltare cd che non hanno la pretesa di essere rari, ma che verranno però suonati secondo una scaletta rispondente ad un certo filo logico, quello del tema della serata. Infine, lunedì 8 marzo, a partire dalle 22 la consueta session con il Mazzamuto Session Trio. L’ingresso è libero tranne per gli “Special event”.

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