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“Non ci resta che ridere” con Paolo Caiazzo

  • 8 marzo 2004

Paolo Caiazzo alias Tonino Cardamone sbarca al teatro Orione di Palermo (via don Orione 5) martedì 9 marzo alle 21.35 con lo spettacolo “Il piacere è tutto mio”, penultimo appuntamento con la rassegna “Non ci resta che ridere”. Si può prenotare direttamente al botteghino del teatro Orione, allo 091.544525. Il biglietto costa 10 euro (intero) oppure 7 euro (ridotto). Il comico napoletano arriva direttamente dalla tv, dalla trasmissione Bulldozer e anche stavolta vestirà i panni del personaggio che l’ha fatto conoscere al grande pubblico televisivo, Tonino Cardamone.

Chi è Paolo Caiazzo?
«Sono un napoletano che ha alle spalle ben quindici anni di gavetta tra i teatri. Sono arrivato a Bulldozer dopo un provino e sono felice di questa mia esperienza che riprenderò anche l’anno prossimo. Mi piace lavorare in teatro, ma la visibilità che dà la televisione è unica. Grazie ad un’ apparizione di un paio di minuti, infatti, le persone cominciano a conoscerti ed apprezzarti  così quando ti presenti nei teatri delle loro città, ti vengono a vedere».

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Chi è Tonino Cardamone?
«È la combinazione di due ingredienti specifici – racconta Paolo Caiazzo – da un lato lo stato confusionale che è il risultato di questa società in cui viviamoe il secondo è la sua verace napoletanità. Non ha peli sulla lingue, ma anzi non fa che criticare e chiedersi il perché delle cose. Attraverso le sue lucide analisi, il mio intento è quello di far divertire il pubblico, ma farlo anche pensare perché messo alle strette, di fronte al paradosso di tutti i giorni».

Di cosa parla “Il piacere è tutto mio”?
«Lo spettacolo ha una traccia fissa, ma lo trasformo continuamente perché ruota tutto intorno all’attualità, in versione ironica e sarcastica. Ho scelto di affrontare argomenti di un certo tipo, dal dopoguerra in Iraq alla cattura di Saddam Hussein, passando anche per lo sbigottimento di fronte ai movimenti Istat. Terreno fertile poi sono i teatrini della politica italiana che analizzo senza eslucioni di sorta, a destra e a sinistra. Lo spettacolo dura un’ora e un quarto, ma potrei continuare ad oltranza, finché non mi tireranno sul palco degli oggetti. Non vi preoccupate, sto solo scherzando».

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
«Ho appena finito una serie di show a Catania dove ho trovato una buona risposta da parte del pubblico.  Sto già lavorando ad un nuovo spettacolo che porterò in giro per l’estate, ma non voglio rivelare ancora nulla anche perché sto ancora lavorando per la creazione di nuovi personaggi. Sicuramente, tornerò in tv con Bulldozer, ma stavolta, al posto di Tonino ci sarà il cuoco giapponese che per sua natura non può uccidere gli animali e quindi per riuscire a cucinarli deve aspettare che muoiano o che gli succeda qualcosa».

Insomma, a conti fatti, è meglio l’esperienza dell’immediatezza televisiva o quella più studiata ed espressiva del teatro?
«È grazie alla tv che arrivo in teatro. La notorietà viene proprio dai due minuti di performance televisiva, ma se devo scegliere, preferisco che il pubblico non abbia in mano il telecomando per cambiare canale. Perché il pubblico ti segua, devi farti conoscere attraverso programmi come Bulldozer. Solo in questo modo, i comici possono riempire i teatri».

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