TEATRO
La vita secondo Anton Čechov e Lev Dodin
I personaggi sembrano galleggiare in un’atmosfera quasi senza tempo, dove si svolge l’azione e si consuma il dramma del protagonista
Resterà in scena fino a domenica 25 aprile lo spettacolo recitato interamente in lingua russa (con sopratitoli in italiano) al teatro Biondo (via Roma) di Palermo: “Zio Vanja – Scene di campagna” di Anton Čechov, diretto da Lev Dodin. Pesanti covoni di grano gravano sulle teste dei protagonisti che si aggirano lentamente sulla scena scarna, essenziale fatta soltanto di un tavolo, delle sedie e di un Samovar (il bollitore da tè russo). I personaggi sembrano galleggiare in un’atmosfera quasi senza tempo, cristallizzata, immobile dove si svolge l’azione e si consuma il dramma del protagonista. Lo spettacolo, della Maly Drama Teatr di San Pietroburgo, sbarca a Palermo dopo le uniche altre due tappe italiane di Milano e Roma, in collaborazione con Change Performing Arts ed il Piccolo Teatro di Milano.
Il cast è composto da Igor Ivanov nei panni del professor Serebriakov, da Ksenia Rappoport che impersona la bella ed infelice Elena; Elena Kalinina è Sonia, la nipote di Vanja, Tatiana Schuko è Madame Voinitskaia, Sergei Kurishev diventa il lacerato Zio Vanja, Piotr Semak è l’ambito dottor Astrov, mentre Alexander Zavialov è Telegin. La storia si consuma nella residenza dei Serebriakov, dove Vanja lavora da anni a discapito di una vera vita affettiva. A dividere le fatiche del lavoro, accanto alla tata tuttofare, c’è Sonia, orfana di madre (la sorella di Vanja) e figlia del brontolone e ipocondriaco professore Serebriakov che invidia la bella e corteggiata seconda moglie del padre, Elena. C’è l’incontro di tante solitudini, di sentimenti e persone che non riescono a dirsi realmente cosa provano, se non dopo un bicchierino in più e solo con il sottofondo del cadenzato e ritmico rumore della pioggia a finestre aperte, quando l’aria può defluire normalmente, senza restare chiusa ed asfittica tra le mura della casa.
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