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La scrittura al femminile a Santa Margherita Belice

Beatrice Monroy, Marilena Monti e Veronica Tomassini sono le donne scelte per rappresentare la scrittura siciliana al femminile nel festival letterario

  • 4 agosto 2011

La testa di una donna, probabilmente di una dea, contornata da serpenti, interpreti della saggezza: è la Triscele il simbolo scelto quest’anno dal “Teatrofestival di scrittura siciliana contemporanea al femminile” che venerdì 5 agosto alle ore 20.30 inaugura la sua terza edizione a Santa Margherita Belice, presso Palazzo Filangeri Cutò con la performance "La Triscele che scrive". Si raccontano tre donne, tre storie e tre stili narrativi differenti, legati però da radici comuni che affondano nella medesima terra.

A Beatrice Monroy, Marilena Monti, Veronica Tomassini il festival ha infatti affidato il compito di dar voce a quella Sicilia il cui volto è espresso anche dalle donne; si raccontano trame nascoste, spicchi di quotidianità, stralci di esistenza, lontani dall’idillio di una vita fiabesca e per questo capaci di restituire perfettamente il senso della vita reale. Giovanna Fiume e Clelia Lombardo introducono le scrittrici in un colloquio intimo ed esplorativo, che non solo svela i tratti di ogni personaggio narrativo ma ne rivela le origini: dalla ragazza siracusana protagonista di un amore impossibile in “Sangue di cane” di Veronica Tomassini, al viaggio catartico verso la Sicilia compiuto da Ugo in “ Viaggio di cuore” di Marilena Monti, passando per le più segrete confessioni contenute in “Elegie delle donne Morte” di Beatrice Monroy.

L’evento, che si inserisce nell'ambito delle attività della settimana Gattopardiana, diventa così uno strumento per raccontare la geografia dei luoghi e quella dell’anima: avvalendosi della regia di Margherita Cacioppo - architetto, scenografa e produttrice di spettacoli teatrali - alcuni brani, tratti dai romanzi vengono letti e teatralizzati (o videoteatralizzati) dalle attrici Ermelinda Palmeri, Laura Spacca, Silvia Scuderi, all’interno della suggestiva cornice scenica dello scalone e del cortile del palazzo che residenza estiva della famiglia di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

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