La precarietà del lavoro nell'esordio di Accardo
L’autore pertanto, indipendentemente dalle sue origini isolane, rifiuta l’ambientazione siciliana, perché questa è la storia di un viaggio di necessità, una necessità che porta il protagonista a un cambiamento, quindi a rivelare una identità diversa, nuova, rispetto a tutte quelle da lui assimilate, vissute e di volta in volta incontrate. Il viaggiare tra i due poli nord-sud, ma anche nell’iper-cattolico nord-est dell’Italia, apre la strada alla disillusione, alla perdita delle aspettative mirate. Il protagonista del romanzo, calato in diversi ruoli di lavoro, lontani dal suo diploma di laurea, da distributore di volantini pubblicitari a cameriere in un ristorante da matrimoni, da procacciatore di clienti per un mobilificio ad addetto allo strangolamento dei polli in una polleria, nella sua continua corsa si trasforma in astioso, polemico, intrattabile, paranoico e con innumerevoli fobie e visioni, queste tutte espressioni del suo fallimento. La tragicomicità del testo è comunque un puntuale resoconto di come l’incertezza del futuro, l’impossibilità di lavorare con soddisfazione, il precariato, trasformino il corpo e la psiche degli individui nell’attuale quotidianità.
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