TEATRO
“La gatta di pezza”, il mondo degli ultimi stavolta non convince
Sulla scena un unico misero ambiente (con water, un tavolo, arredi da cucina e tanti, troppi letti), delle sagome bianche che si stagliano su un rosso striato, un contrasto che colpisce l’occhio e mette in allarme l’anima. Purezza e passione, demenza e istinto, miseria e crudeltà, ciò alimenta una cultura della violenza che, resa manifesta nelle volgarità a profusione riversate sul resto della succube famiglia dal padre - padrone (interpretato da Franco Scaldati, bravo nel ruolo di Benito), anche altro cagiona: un incesto reso ancora più terribile dallo stato di demenza in cui versa la figlia Aurora (interpretata da Egle Mazzamuto), col gatto di pezza sempre in braccio. Stiamo parlando dello spettacolo “La gatta di pezza”, testo di Franco Scaldati e regia dello stesso autore insieme con Matteo Bavera, scene e costumi di Mela Dell’Erba, (con Assunta Porfido nel ruolo della moglie Emma, Anna Di Maggio in quello della suocera Rosa, Fabio Palma, il fratello gay di Emma, Manfredi Scaffidi Abbate, Vito, Domenico Di Stefano, Aurelio, oltre ai già citati Scaldati e Mazzamuto), una produzione del Teatro Garibaldi con Benevento Città Festival e la stessa Compagnia Franco Scaldati che ha allestito il lavoro andato in scena per la stagione 2005 al teatro Garibaldi di Palermo l’8 settembre. Si tratta di un testo lirico e crudo al tempo stesso, secondo lo stile al quale il grande drammaturgo palermitano ci ha da tempo abituati.
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