CINEMA E TV
“La donna di Gilles”, ovvero un inconsueto triangolo
La donna di Gilles (La femme de Gilles)
Francia, Belgio, Lussemburgo 2004
Di Frédéric Fonteyne
Con Emmanuelle Devos, Clovis Cornillac, Laura Smet
“La donna di Gilles” è una storia di amore assoluto e fatale, o meglio, più che una “storia”, una parabola: l’ambientazione è una periferia operaia degli anni Trenta (Nord della Francia? Belgio? non potremmo dire con certezza), ma è solo uno degli sfondi possibili. L’ispirazione del film viene dal romanzo omonimo della belga Madeleine Bourdouxhe del 1937 (recentemente pubblicato anche in Italia), un’opera che il regista Frédéric Fonteyne afferma di avere scelto per le sue qualità già intrinsecamente cinematografiche, visive. Filmare sensazioni che bastino da sole a condensare gli eventi, quindi, senza la necessità di spiegarli con le parole. Tutto, infatti, si gioca attraverso una complessa rete di sguardi e silenzi che avvolge Elisa, la donna di Gilles per l’appunto, in una difficilissima prova d’amore. Gilles, possente operaio degli altiforni, viene sedotto dalla giovane cognata Victorine: da qui inizia un balletto di occhiate sghembe, sospettose e cariche di sottintesi. Elisa esita, crede di vaneggiare a causa della sua gravidanza: il fuori campo angoscia la donna, la costringe a confrontarsi continuamente con una potenziale disperazione. Finché Gilles scoppia con la moglie, le confessa la realtà della sua relazione con Victorine, rendendola inaspettatamente complice e alleata in questo inconsueto triangolo.
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