MUSICA
John Scofield, jazz-funk al Metropolitan
Capace di arricchire con pregevoli interventi le combinazioni in cui viene chiamato a suonare da sideman e di tenere la scena con lunghi soli nei gruppi di cui è leader, John Scofield, di scena al cineteatro Metropolitan di Palermo (viale Strasburgo 358) lunedì 26 aprile alle ore 21.30, è forse tra i chitarristi più apprezzati ed allo stesso tempo più discussi del panorama jazzistico, in entrambi i casi per l’estrema voglia di ricerca che, frutto della sua enorme versatilità, lo ha portato a “vestirsi” delle cifre le più disparate del linguaggio chitarristico. Non a caso spesso incorre negli strali dei “puristi”, continuando parimenti ad affascinare folle sempre più numerose ed eterogenee di musicofili. Imbracciata la chitarra ad undici anni, anche per lui tappa formativa fondamentale è il Berklee College of Music di Boston, dove si trasferisce dal Connecticut, ed in questo modo ha la possibilità di porsi all’attenzione degli addetti ai lavori.
Già dai primi anni settanta lo si trova membro dei Dreams, band pionieristica del genere jazz-rock che schiera tra le proprie fila Billy Cobham alla batteria, i fratelli Becker ai fiati, Willie Lee al basso e Don Grolnick alle tastiere. Presentato a Gerry Mulligan, di lì a poco Scofield si ritrova a suonare alla Carnegie Hall di New York a fianco del compianto sassofonista e di Chet Baker (CTI, 1974). Successivamente collabora con Charles Mingus, Gary Burton, Dave Liebman e tanti altri, e costituisce un interessante trio con Adam Nussbaum e Steve Swallow, formazione che incide tre album. Importantissimo nell’82 l’incontro con Miles Davis, il quale non solo ingaggia il suo progressive guitar-sound per un tour che lo impegnerà quasi ininterrottamente per più di tre anni, ma, in questo stesso arco di tempo, il grande nume nero del jazz si avvale pure delle sue intuizioni armoniche e del suo estro, inserendone varie composizioni in ben tre dei propri albums (Decoy, tanto per citarne uno). Tra le collaborazioni più recenti figurano Pat Metheny, il trio “Medeski, Martin & Wood”, Bill Frisell, Joe Lovano.
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