ATTUALITÀ

HomeNewsAttualità

Intercultura, sostegno e umanità: le attività di Ubuntu

  • 30 ottobre 2006

David ha fatto due anni! E il pomeriggio di un soleggiato venerdì palermitano s’accende nell’isola felice di Via Santa Rosalia.
E' qui che si trova la sede di Ubuntu, l’associazione culturale nata a Palermo da meno di un mese per rispondere a una vocazione ben precisa: umanità, traduzione della parola africana “ubuntu”.

Ubuntu sono due stanzoni, con tanti bei bambini dentro, con delle brave ragazze assieme a loro. Ubuntu sono pareti con poster di Che Guevara e Gandhi, Martin Luther King e Paperino. Ubuntu sono un tavolo e un frigorifero, dei letti e anche un lettore dvd. Ubuntu sono cartelloni, palloni, palline e sgabelli. Ubuntu è la propaggine palermitana del Movimento Umanista, che è
presente in tutto il mondo, che ha la propria sede italiana a Milano e che si occupa di aiutare il prossimo, in base a ciò di cui il prossimo ha bisogno.

I 25 bambini africani che il Movimento aiuta qui a Palermo hanno una mamma e un papà, vanno a scuola, ma necessitano di un posto dove passare il tempo libero senza perdersi nella vacuità di cui potrebbero esser preda, un posto dove fare i compiti e divertirsi, dove incontrarsi fra loro e incontrare nuove cose, relazionare la cultura che percepiscono come propria a quella che sta loro intorno, essere protagonisti di eventi, seppur piccoli come una festa di compleanno.

Adv
Ubuntu offre loro queste possibilità. Inauguratosi il 3 ottobre scorso, guidato da Fabrizio Ferrandelli e Carmen Prestifilippi,
gestito da una decina di ragazzi che si danno il cambio regolarmente, alimentato da tanti altri volontari che danno una mano. È aperto dalle 8 alle 18 ogni giorno tranne la domenica. I bambini piccoli stanno qua sin dalla colazione, quelli in età scolare arrivano per il pranzo e vi passano il pomeriggio. Gli stanzoni sono in affitto e il Movimento ha chiesto una mano alla politica. Non solo per gli immobili che sarebbero necessari, ma anche per i progetti in cantiere. Al momento la formula dell’autofinanziamento è l’unica praticabile. E i progetti rimangono modesti, a livello della mattinata al Foro Italico di qualche giorno fa. Aspettando risposte che speriamo non tardino.

Carmen Prestifilippi ci racconta la giornata dell’inaugurazione. «Fu una grande cena, tutto preparato dalle mamme dei bambini, Rita Borsellino testimonial d’eccezione». Ecco, le mamme e i papà di questi bambini non vedono Ubuntu come una forma di neo-assistenzialismo, ma più come un concreto progetto di interculturalità. I bambini stanno qua perché le mamme hanno conosciuto Carmen, hanno conosciuto Fabrizio e hanno ritenuto bello e importante il loro progetto. Tutto qui. Il quartiere,
in pieno centro storico, vive la cosa con grande rispetto, e con una discreta partecipazione. Il pranzo è quotidianamente preparato da palermitane doc che abitano qua vicino. Non è raro vedere visite dei "vicini di casa”. I bambini percepiscono sempre di più l’importanza di questa cosa, il cuore delle persone che stanno con loro.

Carmen ci confessa quanto la sua vita sia stata arricchita da questa esperienza. È amara quando ci dice che, senza Ubuntu, questi bambini sarebbero «andati a finire in mezzo alla strada come tanti altri». È schietta quando afferma il servizio che Ubuntu offre a Palermo: «è uno dei pochi giusti mezzi tra i circuiti della Palermo bene e i ghetti purtroppo diffusi». Ubuntu è andato a pubblicizzarsi e a raccogliere fondi anche alla Facoltà di Lettere e Filosofia. Sostenuto dall’Associazione Culturale Kepos e dalla Biennale Boa, sta provando e proverà a districarsi nella complessa realtà cittadina e globale. Nel frattempo David crescerà. Auguri.

Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI