LIBRI
Il Teatro Ditirammu si racconta ne "L'albero del Canto"
Martedì 25 giugno si presenta "L'albero del Canto", un libro che racconta la storia della famiglia che ha fondato uno dei teatri indipendenti più antichi di Palermo
Esistono mille modi di narrare una storia. Il modo con cui viene narrata quella del Teatro Ditirammu comprende un viaggio tra note e immagini insieme alla lettura del libro "L'albero del canto, diario illustrato delle tradizioni di famiglia: da Pietro Cutrera e Elisa e Giovanni Parrinello".
La presentazione di questo libro, tenuta dalla giornalista di Repubblica Adriana Falsone è stata, martedì 25 giugno al Teatro, motivo d'orgoglio per il teatro, che ha svelato tra ritratti e melodie la storia della famiglia da cui è stato fondato. Una storia fatta di talento, di abilità e soprattutto d'arte, quella stessa arte che accompagna tutt'oggi chi lo porta avanti: Elisa - danzatrice e cantante - e Giovanni Parrinello - musicista polistrumentista - eredi di una lunga tradizione d'amore per l'arte.
Quella che si è svolta è stata una vera e propria festa all'insegna del lungo cammino del teatro. Dall'intrattenimento tenuto dai responsabili attuali della direzione artistica del teatro, Rosa Mistretta e Vito Parriniello. Con un fado, una tipologia di canto portoghese per cui la voce di Rosa dialogava con la chitarra di Vito, la storia cha ha preso forma, diventando più ampia e accurata quando la parola passerà a Parriniello stesso.
A questo punto si giunge alle radici del teatro, alla narrazione incentrata sull'evoluzione della loro storia e di quella dei loro avi. Un vero e proprio percorso, che parte dalla seconda metà dell'800 e giunge fino ai nostri giorni, accompagnato da una colonna sonora fatta di musica e antiche registrazioni, che culminerà nel momento in cui il teatro passa nelle mani dei "giovani".
Un viaggio che ha il suo punto d'inizio nella tradizione popolare di Cutrera, che passa da evoluzioni e sperimentazioni fino ad arrivare proprio ad Elisa e Giovanni, che passo dopo passo, anno dopo anno, saranno prossimi eredi di una tradizione contaminata, partita dal folklore e culminata nella sperimentazione della danza, della recitazione, della musica. Per esaltare questo cambio della guarda sono saliti sul palco I Tamuna, gruppo di Giovanni Parrinello, cinque musicisti che hanno scelto un nome che significa "portatori di pace" per ribadire la forza di quest'ultima.
La band si è esibita in una serie di pezzi che hanno sottolineato l'importanza dell'eterogeneità nell'arte, cantando e suonando brani nati dalla voglia di essere un grande abbraccio musicale: suoni che contengono mix di dialetto siciliano, lingua italiana e inglese, elaborati in modo accurato, tanto da dare un risultato completo e gradevole, vicino a quello che è oggi lo spirito del teatro Ditirammu.
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