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Il Metropolitan chiude: addio teatro e musica

«Rivendichiamo l'orgoglio di un cartellone di intrattenimento intelligente, che ha privilegiato gli artisti di qualità, a quelli filtrati dal tubo catodico»

Fabio Vento
Web developer e giornalista
  • 22 aprile 2009

Dopo sette sagioni di teatro e musica con la direzione artistica delle associazioni Triquetra e Kleis, il palco del Cineteatro Metropolitan chiude i battenti: sopravvive l'attività di cinema, che nei prossimi mesi si evolverà in multisala. Una scelta dettata dal crescente disinteresse del pubblico, che negli ultimi due anni ha determinato un calo sostanziale di abbonamenti e presenze: il solo settore “teatro”, dal picco di oltre 1100 abbonati e oltre 12000 presenze della stagione 2005/06, è passato a 360 abbonati e 5100 presenze nel ciclo 2008/09.

Le cause? Risponde Frine Marchese, presidente dell'associazione culturale Kleis e responsabile del settore “compagnie e logistica” del teatro: «A parer nostro non sono da imputare alla qualità delle scelte artistiche, ma piuttosto alla discutibile notorietà che i molti richiedono come un certificato di garanzia, perdendo di vista il motore della vita culturale che è la curiosità dell’ignoto. Abbiamo scelto volutamente artisti spesso rinnegati dal sistema televisivo e proposto contenuti d’intrattenimento intelligente». E continua: «Una parte della responsabilità va anche attribuita allo scarso supporto che le istituzioni hanno dato alle nostre scelte già non facili».

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Parole nelle quali risalta l'orgoglio di una proposta teatrale e musicale volutamente indipendente e libera nel proprio proporsi al pubblico: «Siamo una squadra che si è formata strada facendo, tassello dopo tassello, ciascuno partendo da altri mestieri ed attività, una squadra avente come punto di riferimento pochi ma importanti principali ideali racchiusi nelle parole “lavoro” e “dignità”. Fatti e proposte concrete quindi».

E ricorda alcune delle più prestigiose serate di recital e cabaret: Dario Fo e Franca Rame, Marco Travaglio, Paolo Rossi, Maddalena Crippa, Lella Costa, Paola Cortellesi, Maurizio Crozza, Hair, Stefano Benni, Paolo Hendel, Sabrina Guzzanti, Michele Santoro. Ma anche gli spettacoli di danza, quella danza che «sembrava essere stata dimenticata e che ha visto al Metropolitan i nomi più importanti dello scenario internazionale: i Momix, i Kataklò, la Fondazione Astor Piazzola, David Parsons, la Compagnia de Balaido Contemporaneo Portoghese, il Balletto di Roma, il Royal Ballet». E ancora proiezioni scolastiche come quella di “Alla luce del sole”, film su Padre Puglisi, e di “Io ricordo”, in collaborazione con la Fondazione Progetto Legalità.

E ora, mentre si avvia l'allestimento di cinque sale cinematografiche, forse in digitale e in 3D, le associazioni Triquetra e Kleis annunciano che il loro percorso continuerà: «Proporremo in altri luoghi e con la stessa passione musica e teatro, che non smetteranno di essere baluardi delle nostre scelte artiste e che non troveranno fragilità gestionali, mantenendo così l’attività culturale e l’impegno sociale in città».

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