Una storia, quella del mare di Palermo, più complessa e critica di quanto possa sembrare, fatta di abusivismo edilizio, scarichi fognari irregolari e incuria
Non te lo aspetteresti di certo da una città il cui nome significa "tutto porto", eppure proprio Palermo ha finito col tempo per negare il proprio mare ai suoi abitanti, con chilometri di coste che sembrano a portata di mano, ma che non lo sono affatto.
Lo stato di salute del mare su cui si affaccia la città (e anche quello di alcune zone limitrofe) non è per niente buono.
Uno speciale TG1, dal titolo "Furti di mare", ha fornito un quadro della situazione che non lascia spazio ad interpretazioni, dalla zona di Vergine Maria, a quella dell'Arenella, fino al litorale di via Messina Marine, con un racconto fatto di rifiuti, abusivismo e scarichi fognari.
Un danno ambientale, anzitutto, che ha modificato il paesaggio nel corso degli anni con detriti e terra di risulta, cui si aggiunge la beffa economica: il Comune di Palermo, infatti, è stato condannato dalla Corte di Giustizia europea proprio per le irregolarità della rete fognaria, per le quali non è stato preso alcun provvedimento.
A supporto di quanto riportato dalla trasmissione della Rai sono arrivati i dati derivati dall'ultimo monitoraggio di Goletta Verde di Legambiente: la situazione appare abbastanza critica, con cariche batteriche molto alte in quattro punti sottoposti a campionamento (si pala di enterococchi intestinali maggiori di 400 UFC/100 ml e/o escherichia coli maggiori di 1.000 UFC/100 ml).
I prelievi sono stati effettuati in località Tonnara Bordonaro, presso il tubo di scarico della spiaggia, e in località Bandita, in via Messina Marine, due punti in cui numerosi palermitani fanno abitualmente il bagno. Altri due prelievi sono stati effettuati a Terrasini, in località Porto Diga Foranea, nei pressi dei faraglioni a destra della spiaggia) e a Termini Imerese, vicino il vecchio oleificio e anche in questo caso si tratta di due zone frequentate abitualmente da bagnanti.