ATTUALITÀ
Il mare e il degrado: proposte per la costa palermitana
Rilanciare il mare a Palermo, non solo quello tradizionale di Mondello e Sferracavallo, ma quello a due passi dal centro città. Le proposte delle associazioni
Era la prima volta che arrivavo a toccare il mare in pieno centro a Palermo, perché i palermitani preferiscono relegarsi nei più affollati punti di accesso a Mondello, Sferracavallo e Barcarello, oppure prendere la macchina per spostarsi in provincia. E dove è finito il mare della "città tutto porto"? Nel corso della mattinata di sabato 6 aprile i giovani volontari di diverse associazioni, tra le quali il Circolo Culturale ARCI The Factory, UDU Unione degli Universitari Palermo, PatchWork, CSF cooperazione senza frontiere, hanno aderito alla campagna internazionale ecologica promossa dalla "Surf Rider Foundation Europe".
È stato scelto il lungomare palermitano, in particolare il tratto di litorale in prossimità dell’ospedale Buccheri La Ferla. Venti Ragazzi, armati di guanti e sacchetti, hanno ripristinato il decoro in uno splendido scorcio di costa, a ridosso di una pedana in legno, recentemente costruita dall’amministrazione comunale e mai andata in funzione.
In quei luoghi, ricordano i passanti, recentemente si accampavano i nomadi, i quali in seguito allo sgombero coatto hanno creato una vera e propria discarica a cielo aperto. Tra gli indumenti fradici era possibile trovare piatti di porcellana, VHS (non tutti prettamente pudichi), documenti dell’ospedale limitrofo, documenti del tribunale di Palermo, bollette della luce, album fotografici, carcasse di piccoli animali. Poco distante, bagnato dai flutti c’è parte di un relitto di una imbarcazione (sembra la canna fumaria) che una mareggiata ha portato sulla costa due o tre anni or sono. Il luogo appena descritto non si trova nei pressi di Bellolampo, ma a due metri dal nostro mare.
A qualche centimetro da questa vera e propria discarica si trova questa immensa struttura in legno, che quasi arriva a toccare il mare; un passante, residente da ben 58 anni in zona, ci assicura che la struttura non è mai stata aperta, ma che al suo interno c’è davvero quasi tutto il necessario perché questa possa funzionare (ci parla di servizi igienici a regola d’arte). «A ridosso delle elezioni - racconta il cittadino - qui si pulisce tutto, veniva anche una cooperativa ogni giorno a pulire». Oggi c’è un solitario metronotte/vigilante che allontana i curiosi e preserva la (sola) struttura dagli atti vandalici.
La proposta concreta per rilanciare l'area è quella di intervenire subito, affinché non si ripeta uno scempio simile. La pulizia della costa deve essere garantita giornalmente, perché salvare il nostro lungomare è una priorità. Il degrado chiama il degrado, e i cumuli di rifiuti impiegano davvero poco per trasformarsi in discariche. Per questo è certamente utile installare cestini dei rifiuti in loco.
A questo si affianca anche la richiesta di affidare il lungomare ai cittadini: è possibile trovare i giusti strumenti per affidare ad associazioni e cooperative tratti del nostro lungomare, affinché esse possano prendersene cura e sopperire alle carenze dell’amministrazione comunale che oggi non è in grado di garantire il servizio minimo di pulizia. Ovviamente deve essere garantita la possibilità a tali realtà di poter prevedere introiti economici dalla gestione della spiaggia (affitto di sdraio e ombrelloni, somministrazione di bevande fresche) affinché tali somme possano essere destinate al mantenimento della pulizia, della sicurezza e possano consentire la prestazione di servizi nuovi e migliori.
Non prendiamoci in giro, il volontariato non può essere l’unico strumento di intervento, e l’affidamento di questi spazi può essere occasione di lavoro per giovani disoccupati oltre che un’opportunità di coinvolgimento turistico. Forse la ricetta giusta è questa, o forse no. Fatto sta che non possiamo consentire che Palermo si scordi del suo mare.
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