MUSICA
Il jazz internazionale passa per Valderice
Al via la stagione concertistica del Brass Group di Trapani, con jazz a tutto spiano e per tutti i gusti a Valderice, presso l’Auditorium Comunale (ex Cine Mazara). Dal 21 ottobre e fino al 20 dicembre l’associazione trapanese, nel ventiduesimo anno dalla fondazione, propone sotto la direzione artistica di Andrea Marchione un programma di sette concerti focalizzato su alcuni dei più apprezzati jazzisti della scena attuale, o per esperienza e caratura, o per l’interesse suscitato da pubblico e critica nelle loro performance; o – in molti casi – per entrambe le ragioni (concerti alle 21.30 inclusa spaghettata, ingresso 12 euro, abbonamento ai sette spettacoli 50 euro).
Ad aprire la rassegna, sabato 21 ottobre, sarà il trio di Eddie Gomez, guidato dal contrabbassista oriundo portoricano che è stato una delle colonne portanti del trio del grande Bill Evans. Contrabbassista energico e sensibile, in grado di esprimere un ricco drive ed un fantasioso walking-bass, grazie anche all’originalità delle sue idee melodiche e alla profonda conoscenza dei risvolti armonici, Gomez vanta fra le sue più significative collaborazioni quelle con gli Steps Ahead, Benny Wallace, Joanne Brackeen, Jack DeJohnette, Chick Corea, ed è stato protagonista a fianco di Steve Khun in un recente tour che ha lambito anche il nostro capoluogo di regione. A questo pezzo di storia della musica jazz il Brass conferirà il premio "Una Vita per il Jazz", giunto alla settima edizione. Gomez sarà a Trapani con Stephan Karlsson al piano (quattro cd insieme a Gomez e collaborazioni con Rufus Reid, Marc Johnson e Red Mitchell) ed il poliritmico Nasheet Waits alla batteria (Fred Hersch, Jason Moran, Ron Carter, Andrew Hill e Mark Turner), fra i più brillanti batteristi del panorama jazz statunitense.
Domenica 5 novembre sarà la volta di un altro affermato talento del jazz nostrano, Stefano D’Anna, che nel gruppo con Fabio Zeppetella alla chitarra e l’ungherese Ferenc Nemeth alla batteria, ospita anche Harvie S al contrabbasso. Considerato uno dei più validi esponenti italiani del proprio strumento, D’Anna è sax-tenorista in cui potenza e lirismo, tecnica espressiva e fluidità di fraseggio riescono a combinarsi in maniera brillante con terrose sfumature mediterranee, un carattere ed una ricchezza di idee che lo hanno condotto a ricevere il plauso della critica specializzata (DownBeat, Musica Jazz, Jazzitalia) nonché a collaborare con nomi come Joanne Brackeen, David Berkman, Emmanuel Bex e, in Italia, Umberto Fiorentino, Stefano Sabatini, Enrico Pieranunzi. Tre album a proprio nome – l’ultimo, "Runa", per la Splasc(h) Records – , ciascuno accompagnato da lusinghiere valutazioni sulla "Penguin Guide", in questo suo nuovo quartetto si fregia della partecipazione di Harvie S, virtuoso del contrabbasso che nel corso di una pluri-decennale carriera ha suonato con rilevanti nomi della scena jazz internazionale (Steve Khun, Jim Hall, Michael Brecker e Toots Thielemans).
Sassofonista di punta della ribalta newyorkese, il contraltista John O’Gallagher sarà di scena con il suo quartetto sabato 18 novembre. Solida formazione musicale e assidua militanza nelle rilucenti bigband di Joe Henderson e Maria Schneider ne fanno uno degli altoisti maggiormente richiesti anche per formazioni più ridotte (David Berkman, Al Foster, Uri Caine, Tom Harrell, Drew Gress, George Mraz, Matt Wilson, Cameron Brown, Ben Monder e Peter Madsen). Titolare pure di propri gruppi, O’Gallagher ha inciso svariati album in cui emerge la sua particolare attenzione per gli aspetti compositivi originali la cui concezione Lee Konitz ha definito "complessivamente molto speciale". Teste di serie della comunità jazzistica d'avanguardia nella Grande Mela sono anche i musicisti che lo affiancano, dal magmatico Ben Monder alla chitarra, al contrabbassista newyorkese - ma di chiare origini italiane - Carlo DeRosa, già ambasciatore statunitense del jazz nel mondo, per finire con Jeff Hirshfield, già drummer sopraffino a fianco di Tim Bern, David Binney, Charlie McPhearson e Clark Terry.
Al sassofonista Adam Kolker e ai suoi bandmates – John Hebert al contrabbasso e Bob Meyer alla batteria – spetta il compito, sabato 25 novembre, di dialogare con una delle chitarre più significative degli ultimi quattro decenni, quella di John Abercrombie. Polistrumentista – sax tenore e soprano, clarinetto basso e flauto – dotato di notevoli capacità tecniche e fine gusto improvisativo, Kolker ha militato in importanti formazioni orchestrali (Village Vanguard Orchestra, Maria Schneider Big Band, Gil Evans Orchestra, Kenny Wheeler's Large Ensemble), oltre a svolgere attività da solista al fianco di Freddie Hubbard, David Berkman e Bruce Barth e ad essere leader di proprie band comprendenti Tim Hagans, Kevin Hays, Jeff Ballard, Doug Weiss e Billy Hart, insieme a cui ha realizzato diversi cd. Il quartetto si avvale della straordinaria presenza del mitico John Abercrombie, chitarrista che riesce a coniugare l’evoluzione delle tecniche sonore e strumentali con il significato autentico della tradizione storica del jazz, a cui ormai il suo è indissolubilmente legato.
Fra i più competenti ed apprezzati sassofonisti di "modern mainstream" della scena internazionale, sabato 2 Dicembre, Dick Oatts si presenta al pubblico del Brass con il suo European Quartet (Pietro Condorelli chitarra, Mark Abrams contrabbasso, Enzo Carpentieri batteria). Jazzista di grande esperienza, protagonista di un lunga militanza come primo contralto nella leggendaria Thad Jones & Mel Lewis Jazz Orchestra, una collaborazione iniziata nel 1977 e proseguita fino al presente, Oatts, sassofonista egualmente a proprio agio tanto all’alto che al soprano, dona voce ad un solismo raffinato e generoso, frutto di una cifra sì sofisticata e personale ma al tempo stesso di immediata intelligibilità e godibilità. Al suo fianco Pietro Condorelli, chitarrista che ha collaborato tra gli altri con Jerry Bergonzi, George Cables e Steve La Spina, il consistente contrabbassista Marc Abrams, che ha suonato e inciso tra gli altri con Chet Baker, Sal Nistico e Pietro Tonolo, e l’esperto batterista Enzo Carpentieri, già sideman di Jim Snidero, Steve Grossman e Lee Konitz.
Si chiude in bellezza mercoledì 20 dicembre il Kenny Werner Trio formato dal pianista Kenny Werner, con Johannes Weidenmueller al contrabbasso ed Ari Hoenig alla batteria. Attivo dalla seconda metà degli anni settanta, Werner ha collaborato con Charles Mingus, Thad Jones & Mel Lewis Big Band, Bob Brookmeyer, Ron Carter, Lee Konitz, Joe Henderson, Tom Harrell, John Scofield e Toots Thielemans. Alla guida di band comprendenti Paul Motian, Jack DeJohnette, Eddie Gomez, Dave Holland, Charlie Haden e Billy Hart, il trio resta la formazione su cui Werner ha focalizzato la propria ricerca nel corso della sua lunga carriera, e non a caso quello con Hoenig e Weidenmueller, è dallo stesso pianista considerato la formazione che gli consente il livello più alto di interazione espressiva. Influenze pianistiche riconducibili a Bill Evans e Keith Jarrett, Werner è improvvisatore in grado di perlustrare nel corso delle proprie esibizioni percorsi musicali inaspettati, avvalendosi proprio degli spunti offerti dall’elevata ed affascinante alchimia del trio.
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