MUSICA
Gatto Nero e Open Club, jazz... in condominio
Già noto al pubblico palermitano che lo ha applaudito qualche anno fa all’interno di un’accattivante rassegna teatrale jazz cittadina, il batterista chicagoano Jimmy Weinstein torna a Palermo per due concerti che lo vedono impegnato in altrettanti jazz club palermitani, mercoledì 22 al Gatto Nero Pub (rua Formaggi 15) e, lunedì 27 febbraio, all'Open Jazz Club (via Nicolò Turrisi 53), concerto, quest'ultimo, che assumerà la formula della "session lab", giusto coronamento del laboratorio che lo stesso Weinstein ha tenuto presso la scuola cui il club è annesso (ingresso libero in entrambi i locali).
Il polistrumentista americano – suona anche piano e chitarra – , che ha un particolare legame con l’Europa, essendo cresciuto fra la California e la Spagna ed attualmente risiedendo in Liguria, dopo alcuni tentativi non musicali e degli iniziali trascorsi anche rockettari, comincia a frequentare la fucina dei talenti del jazz nordamericano, il "Berklee College of Music" di Boston, città dove si trasferisce nell’86, studiando con Alan Dawson e Joe Hunt, ma anche all’Università del Massachusetts, con il compianto Max Roach. Leader fin da subito di propri gruppi, con i quali si esibisce sia negli States che in Europa, nel 1994 pubblica un cd firmato Jimmy Weinstein Group, "Nostalgia", dove suona anche il saxtenorista Chris Cheek (Accurate Records), per il quale la rivista specializzata DownBeat definisce il nostro «infaticabile e fantasioso drummer». A questo ne segue un secondo, "Sound Emotion" per la GM Recordings, prodotto da Gunther Schuller, già flicornista e arrangiatore di Miles Davis.
Lo affiancheranno in questo breve soggiorno musicale a Palermo il chitarrista Francesco Guaiana ed il contrabbassista Luca Lo Bianco, fra i giovani talenti in attesa di affermazione che il fertile territorio palermitano continua a produrre. I due musicisti, che condividono un percorso artistico in continua evoluzione da quasi un decennio, insieme a Weinstein si costituiranno in inedito trio per affrontare il delicato ma sempre interessante tema dell'interazione, inoltrandosi in territori armonici spesso aspri e dissonanti, in cui, in assenza di leadership, ciascuno è tuttavia libero di proporre idee ed abbandonarsi al flusso sonoro derivato da un repertorio in bilico tra improvvisazione e brani originali composti dai musicisti della band.
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