ATTUALITÀ
Franco Battiato: assessore sì, assessore no?
Si inseguono i rumors. Dalla sua, Battiato, ha finora reso chiaro solo quello che non è: non un assessore, non un politico, non un cantante-burocrate
Avrà forse il passo incerto del condannato al patibolo, Franco Battiato quando si recherà, mercoledì 21 novembre, a Palazzo d'Orleans per chiarire una volta per tutte le condizioni della sua delega. Si fa sempre più forte l’interrogativo di una certa intellighenzia nostrana, che accorata si chiede “Chi glielo ha fatto fare?”, mentre dalle pagine di Panorama, una lettera a firma Pietrangelo Buttafuoco e indirizzata al cantautore, suo concittadino, avverte: “Ancora non sai in che pasticcio ti sei cacciato”.
Tra timidi interventi e più pungenti rivendicazioni, la funzione del neo Assessore alla Cultura (non ancora insediato) è sempre più indefinita, travolta, probabilmente, più che dalle dichiarazioni del cantautore siciliano, dagli incalzanti rumors ed insinuazioni ad opera della stampa.
«Questa storia del mio impegno in Sicilia sta diventando un incubo. Frequento l’aeroporto di Catania da 30 anni e oggi mi hanno accolto con un ‘buongiorno assessore’. Ho rinunciato all’assessorato perché altrimenti avrei dovuto cambiare mestiere. Non mi interessano gli assessorati, ma gli eventi di spettacolo». Affermazione, questa di Battiato, rilasciata al festival del cinema di Roma, e che ha avvolto nel mistero la tipologia del “servizio” (l’unica cosa certa è che non sarà retribuito) concesso dall’assessore nominato da Crocetta.
Ancora non ho capito bene se sei assessore della giunta di governo del presidente Rosario Crocetta oppure, come tu hai sottolineato, superconsulente a titolo gratuito. Hai subito messo da parte l’idea di occuparti della cultura e hai fatto bene - scrive Buttafuoco - Quell’assessorato è un ginepraio spaventoso dove quello che si ricorda, a oggi, è solo il boicottaggio del Museo Riso, la vetrina dell’arte contemporanea di Palermo, e poi tutto il disastro che ha fatto seguito alla cultura degli "eventi".
Dalla sua, Battiato, ha finora reso chiaro solo quello che non è: non un assessore, non un politico, non un cantante-burocrate. Il rischio è di sconfinare nella mistica: «Più che un assessore sono un succedaneo, così sono libero di non occuparmi di film commission, alberghi e campi sportivi. Mi occupo di cultura e quello che farò dipenderà dalle risorse che avrò. Non voglio prendere ufficialmente le distanze dalla politica, ma è così. Non ho rapporti con la politica, solo col presidente della Regione che si è dimostrato un uomo spericolato e sono con lui». Incerti sull’essenza (assenza?) del suo ruolo, si attende che Battiato trovi il suo definitivo centro di gravità permanente che non gli faccia cambiare idea…
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