Fabio Volo, un versatile comunicatore che indaga sul mondo giovanile
«Questo sistema sociale non ti vuole felice - continua Fabio - ma ti vuole operante in un qualcosa, in un disegno molto più ampio del tuo, è per questo che ad esempio il protagonista del mio secondo romanzo (“E' una vita che ti aspetto”), un ragazzo a cui davvero nella vita non manca nulla, nel senso che ha persino una casa con i mobili che sognava, soffre di ansia ed attacchi di panico». Ed è proprio dal progetto di fuga dall’odierno sistema sociale fagocitante che nasce lo spirito di ricerca che è nel suo ultimo lavoro, in cui Federico decidendo di partire dimostra almeno il «coraggio di fare qualcosa». Fabio ci tiene molto a rimarcare questo concetto, ad invitare chi lo ascolta o chi lo legge ad osare, a seguire se stessi lì dove non penseremmo mai di esser finiti, a sfuggire i “guardiani di porta”, ovvero coloro che con fare rassicurante sedano i tuoi sogni spacciandoli per azzardati, e ad apprendere dai “mastri di chiavi”, quelli che ti spronano a seguire le tue inclinazioni. E poi ancora i viaggi, e lì Volo ricorda con passione il suo cammino di Santiago, e la considerazione che per viaggiare non c’è bisogno di troppi soldi, quelli servono per far vacanza, ed infine la politica (per la quale non si espone troppo), l’amore ed anche il rapporto con Dio. Insomma il nostro eclettico autore si concede abbastanza ai suoi lettori, ironico e tagliente quanto basta per non indispettire l’ultima vittima di una delle sue innumerevoli battute, sembra proprio a suo agio fra i ragazzi, a metà fra il fratello maggiore e l’amico di una serata al pub che ti racconta i suoi sogni.
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