Due libri sul lungo viaggio di Antonietta Raphaël Mafai
Il secondo volume è l’ultimo romanzo di Enzo Siciliano, intellettuale e scrittore scomparso lo scorso anno e vissuto a Roma durante gli anni ’50, dove ebbe modo di conoscere sia Antonietta che Mario Mafai. Siciliano narra la storia della singolarissima relazione tra due degli artisti più significativi della stagione pittorica degli anni venti e trenta conosciuta come il periodo della Scuola Romana, e lo fa anche qui su base documentale, a partire dai loro diari e carteggi. Antoinette, ebrea eccentrica, cosmopolita poliglotta, studia nella Londra spregiudicata di Bloomsbury, ma le sue radici affondano nella cultura fantastica e onirica delle pianure sprofondate tra Polonia e Bielorussia, a sud del Baltico, nella terra di Chagall. Siciliano la dipinge come una donna europea, moderna, segnata dall’integralismo chassidico, da Marx e Freud, che si imbatte in un ragazzo geniale e talentuoso, ma ancora un po' provinciale, ironico e pigro, perfettamente romano come Mario Mafai.
È forse proprio l’incontro tra i due e le rispettive divergenze, è quel conflitto costante generato da due anime in contrasto ma fatalmente gemelle a intrigare Siciliano: la sua è una storia di sentimenti, ma anche un romanzo del vero profondamente storico, in cui nulla vi è di aggiunto o di cambiato, a cominciare dagli errori di ortografia e dall’italiano ancora incerto della giovane Antoinette. E veri sono anche tutti i personaggi che circondano i protagonisti: da Scipione, grande amico di Mario Mafai logorato dalla tisi, a Longhi e Ungaretti. E, facendo convivere le storie del tempo e le storie intime di due grandi artisti, Siciliano si fa cantore della Roma di quegli anni e svolge il tema a lui più caro: la passione dell’arte che cresce insieme alle fatiche della giovinezza.
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