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Da Panormos e Balarm, dall’antichità alle soglie dell’età moderna

  • 11 luglio 2005

Nel corso dell’ultimo decennio i palermitani hanno riscoperto Palermo; in particolare la gioventù cittadina, con il centro storico in vetta alle mete favorite per le uscite serali, è sempre più interessata a “vivere” quei luoghi segnati dalle varie culture che, introducendo e mescolando i propri tratti ai motivi autoctoni, persistono nella facies attuale della nostra città. Una buona risposta a questa crescente sensibilità verso la “profondità storica” di Palermo, da sempre crocevia di popoli e straordinario laboratorio di cultura e arte, è offerta dalla manifestazione “Da Panormos a Balarm…sei mesi di archeologia a Palermo”, ideata e coordinata dalla dottoressa Francesca Spatafora, e organizzata nell’ambito dell’attività di ricerca, tutela e valorizzazione del patrimonio storico-archeologico portata avanti dal Servizio Beni Archeologici della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo. Numerosi gli eventi in programma, che si svolgeranno fino al 30 dicembre e comprendono due mostre, itinerari archeologici, visite guidate destinate alle scuole, incontri scientifici e presentazioni editoriali: un viaggio ideale e concreto alla scoperta delle trasformazioni nell’assetto urbano e dei vari volti di Palermo, dall’antichità alle soglie dell’età moderna, alla luce di nuovi dati emersi dalle più recenti scoperte archeologiche in territorio.

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La manifestazione è stata inaugurata dalla mostra “La città medievale”, visitabile al Convento della Magione fino al 30 novembre (da martedì a sabato ore 9/19, domenica e festivi ore 9/13; ingresso libero). L’esposizione ricostruisce l’assetto urbano palermitano dalla conquista musulmana (IX sec.) alla prima fase del periodo aragonese (XIV sec.), mentre il periodo antecedente alla dominazione islamica sarà oggetto della mostra “La città punico-romana” che inaugurerà ad ottobre a Palazzo Sclafani. Con “La città medievale” l’attenzione si concentra sui quartieri che più hanno interessato il progetto di archeologia urbana realizzato negli ultimi anni dalla Soprintendenza di Palermo; in mostra i reperti più significativi portati alla luce dagli scavi in area urbana, nella zona della Galka, del Cassaro e della Kalsa, e nell’area extraurbana del Castello di Maredolce, per lo più ceramiche risalenti ai secoli X-XIV. Una tabella cronologica sulle tappe salienti della storia della città, introduce il visitatore al percorso espositivo, e i reperti sono corredati da pannelli esplicativi, con digressioni sullo sviluppo e l’originario utilizzo degli spazi esaminati.

I recenti ritrovamenti hanno infatti fornito nuove risposte a dubbi d’ordine storico-urbanistico legati all’insufficienza di documentazione sull’antica Palermo (Balarm per gli islamici), e le conferme di maggior rilievo interessano l’area della Kalsa che, dagli esiti delle ultime indagini, non risulta del tutto coincidente con l’antica al-Hâlisah degli Arabi. Qualche cenno, infine, agli altri eventi della manifestazione. Gli itinerari archeologici proposti riguardano il Complesso di Piazza della Vittoria, la Casa romana di Palazzo Sclafani, le fortificazioni puniche sotto la Sala Duca di Montalto a Palazzo dei Normanni, lo scavo nel cortile del Palazzo Arcivescovile e la Necropoli punica della Caserma Tukory, che da ottobre proporrà un nuovo percorso didattico. Per gli altri appuntamenti si dovrà attendere qualche mese: da ottobre l’avvio agli incontri, alle presentazioni editoriali e alle visite guidate, mentre l’apertura di Castello a Mare è prevista per novembre.

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