SANITÀ
Colesterolo "cattivo": anche l'Ospedale di Palermo dietro il nuovo farmaco
È stata presentata ed è già in commercio in Italia la molecola che abbassa il livello del colesterolo: uno studio a cui ha partecipato l'Ospedale Villa Sofia-Cervello di Palermo
Cosa si intende per colesterolo "cattivo"? Nel sito di Angem, l'azienda che produce il farmaco, c'è scritto che "quando il livello di colesterolo nel sangue diventa anormalmente alto, i depositi grassi composti di colesterolo e calcio tendono ad accumularsi nelle arterie, incluse quelle del cuore, aumentando la possibilità di attacchi cardiaci e altre complicazioni".
Una molecola innovativa e rivoluzionaria che combatte il colesterolo "cattivo": si chiama Evolocumab, un anticorpo monoclonale che regola il livello del colestetolo LDL, nato da uno studio clinico a cui ha partecipato l’azienda Ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello di Palermo.
È entusiasta la dottoressa Marina Floresta, principal investigator e responsabile dello studio insieme all’unità di Cardiologia diretta da Nicola Sanfilippo, quando spiega che l’utilizzo della molecola in numerosi casi clinici ha ridotto il colesterolo cattivo del 59%. Una percentuale considerevole che conferma come lo studio clinico "Fourier" durato tre anni e inserito nel "Proficio Clinical Program", abbia dato alla luce una scoperta di non poca importanza.
Per questo si parla di una molecola rivoluzionaria: il "Repatha", nome commerciale del farmaco già in commercio in Italia, non soltanto abbassa notevolmente i livelli del colesterolo LDL (lipoproteine a bassa densità) ma, come diretta conseguenza, riduce l’insorgenza di malattie ed eventi cardiovascolari come infarto del miocardio o ictus.
Considerazioni che provengono dai 23 trials clinici con il coinvolgimento di 35 mila pazienti. «Così l’Evolocumab e il farmaco Repatha - spiega la dottoressa Marina Floresta - costituiscono oggi una nuova arma che il medico e i sanitari hanno nel tentativo di ridurre il livello del colesterolo Ldl e il rischio di mortalità ad esso correlato».
Una molecola che va ad aggiungersi ad altri farmaci e a terapie come quella con le Statine, unico farmaco fino a ora utilizzato che cercava di combattere i livelli alti di colesterolo ma in questa percentuale di riduzione.
«Prima del "Fourier" – conclude la dottoressa – al Congresso dell'American Heart Association di novembre è stato presentato un altro studio, "Glagov", che utilizzava la stessa molecola e che ha dimostrato una riduzione della placca aterosclerotica che interviene significativamente nella riduzione della malattia coronarica o di una malattia vascolare cerebrale. Questo si correla con i risultati dello studio "Fourier" a dimostrazione del fatto che gli eventi cardiovascolari sono ridotti».
Una molecola innovativa e rivoluzionaria che combatte il colesterolo "cattivo": si chiama Evolocumab, un anticorpo monoclonale che regola il livello del colestetolo LDL, nato da uno studio clinico a cui ha partecipato l’azienda Ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello di Palermo.
È entusiasta la dottoressa Marina Floresta, principal investigator e responsabile dello studio insieme all’unità di Cardiologia diretta da Nicola Sanfilippo, quando spiega che l’utilizzo della molecola in numerosi casi clinici ha ridotto il colesterolo cattivo del 59%. Una percentuale considerevole che conferma come lo studio clinico "Fourier" durato tre anni e inserito nel "Proficio Clinical Program", abbia dato alla luce una scoperta di non poca importanza.
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I risultati sono stati resi noti il 17 marzo durante il congresso annuale dell'American College of Cardiology a Washington e lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista "New Englang journal of medicine".Per questo si parla di una molecola rivoluzionaria: il "Repatha", nome commerciale del farmaco già in commercio in Italia, non soltanto abbassa notevolmente i livelli del colesterolo LDL (lipoproteine a bassa densità) ma, come diretta conseguenza, riduce l’insorgenza di malattie ed eventi cardiovascolari come infarto del miocardio o ictus.
Considerazioni che provengono dai 23 trials clinici con il coinvolgimento di 35 mila pazienti. «Così l’Evolocumab e il farmaco Repatha - spiega la dottoressa Marina Floresta - costituiscono oggi una nuova arma che il medico e i sanitari hanno nel tentativo di ridurre il livello del colesterolo Ldl e il rischio di mortalità ad esso correlato».
Una molecola che va ad aggiungersi ad altri farmaci e a terapie come quella con le Statine, unico farmaco fino a ora utilizzato che cercava di combattere i livelli alti di colesterolo ma in questa percentuale di riduzione.
«Prima del "Fourier" – conclude la dottoressa – al Congresso dell'American Heart Association di novembre è stato presentato un altro studio, "Glagov", che utilizzava la stessa molecola e che ha dimostrato una riduzione della placca aterosclerotica che interviene significativamente nella riduzione della malattia coronarica o di una malattia vascolare cerebrale. Questo si correla con i risultati dello studio "Fourier" a dimostrazione del fatto che gli eventi cardiovascolari sono ridotti».
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