STORIA E TRADIZIONI
Macché Halloween, la Sicilia è avanti: il (vero) horror, dall'Encelado al Muddittu
Ci stacchiamo dalla realtà e approdiamo nel tempestoso e misterioso mare dell'affascinante immaginario mitologico, che materializza leggende e favole
Un'immagine di Cariddi dal film "Percy Jackson"
Manca qualche giorno e saremo nel pieno "dei Morti" quella festa strana tanto antica quanto sacra, golosa e divertente che coinvolge i bambini e gli adulti insieme per aspetti diversi.
Ai piccoli va la parte ludica dei giochi, come da tradizione, agli adulti quella del cibo che si consumerà tra martorana, mustazzoli, tetú, moffolette e via dicendo... tanto per farla breve.
Ma c'è un ma...ed quello dell'esterofilia da cui siamo affetti e che fa transitare il lontano Halloween a cercare di soppiantare quello che già di abbastanza "mostruoso" abbiamo nel nostro immaginario bestiario siculo.
Ci stacchiamo dalla realtà e approdiamo nel tempestoso mare dell'immaginario mitologico misterioso e affascinante, quanto fantasioso che materializza leggende e favole che in passato rappresentavano la tradizione orale da raccontare a grandi e bambini, con la tradizione del "cunto" uno dei patrimoni più vasti e longevi della cultura popolare regionale, e dei cantastorie girovaganti.
Dall’abisso dei fondali alle caverne dell'entroterra, tra onde e ombre, vengono fuori o emergono creature che fanno impallidire questi mostri moderni di poco spessore che popolano le nostre strade al suono di "dolcetto o scherzetto".
Altro che scherzo, provate ad immaginarvi adesso davanti alla Marrabecca! Uno spauracchio mostruoso che a volte si presenta in forma femminile come un mostro tentacolare con tanti occhi che vive immerso nelle acque di pozzi aspettando che qualcuno si affacci per tirarlo giù e inghiottirlo per sempre.
Bestiale e terribile è U Sugghiu un ibrido spaventoso che ha le forme tra essere umano, serpente e mammifero, strisciante e squamoso della lunghezza oltre due metri, che vive nei boschi, nelle paludi e pure tra gli acquitrini delle coste, i cui occhi rossi si accendono di ferocia e il suo verso orripilante è quello di un grugnito tra maiale e raglio d'asino che fa accapponare la pelle.
E non ci mancano nemmeno i giganti, diverso da quello dell'albero dei fagioli magici e sicuramente più spaventoso: stiamo parlando del mostruoso Encelado intrappolato e nascosto dentro il cratere dell'Etna dopo che osó sfidare Zeus volendo arrivare fino alla casa degli dei, costruendo la montagna nella quale fu rigettato, ovvero, proprio il vulcano il cui fuoco perenne proviene dal petto squarciato furente del gigante.
Come un drago terrificante viene descritto Tifeo, un mostruoso essere che giace pericolosamente con le sue cento teste sotto l'isola, cacciato in profondità da Apollo e Pan, dopo l'aggressione a Zeus che lo imprigionò nei fondali marini.
Se giriamo per campagna di notte potremmo incontrarci, speriamo mai, con la Biddrina un mostro simile ad un serpentone, a metà tra una enorme biscia lunghissima e un coccodrillo di colore verdognolo, con un testone sul quale campeggiano due occhi rosso fuoco, si aggira nelle zone nascoste al buio per non farsi vedere, mentre da la caccia tra boschi e cespugli per nutrirsi di prede animali o umane.
Molto simile al Fuddittu reggino, u Muddittu siciliano è un folletto che incarna quasi tutti i cliché dei suoi simili: esso infatti è dispettoso, molesto e in grado di comparire e scomparire a proprio piacimento per procurare fastidi alle persone.
È schivo e molto vendicativo contro chiunque gli rechi fastidio o deturpi il suo habitat.
Le sue vendette possono comportare danni momentanei dovuti a piccoli incidenti ma anche gravi ferite, se non addirittura la morte del malcapitato. Solo con i bambini "u Muddittu" è clemente, se non addirittura benevolo, tanto che solitamente si diverte a stuzzicarli nel sonno per farli ridere.
Nonostante sia impossibile stabilire chi appartiene a chi, essendo i mostri dello Stretto di Messina legati tra loro e inscindibili come vuole la tradizione, nulla ci vieta comunque di aggiungere qui qualche informazione più mirata e peculiare per Cariddi.
A Capo Peloro, la punta più estrema della Sicilia dove si può trovare il famigerato "pilone" (gemello di quello presente in Santa Trada di Villa San Giovanni in Calabria), proprio in quella zona di raccordo e di confluenza delle correnti tirreniche.
Ci fermiamo qui ma, dalle donne volanti al bue marino, potremmo ancora continuare in un elenco lungo se consideriamo che lo stesso mostro ha pure nomi diversi per diversi posti, con qualche variante di colore, forme ed entità.
Ma quindi, c'era bisogno di scomodare i mostri venuti dall'altro lato del mondo per far paura e chiedere dolcini a destra e a manca, quando qui ne abbiamo quanti ne vogliamo, pure più originali e se pur mostruosi, veramente straordinari!
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