MISTERI E LEGGENDE
Lì dove si costruivano le sedie: l'ultimo "siggiaro" di Palermo è in via Giardinaccio
Negli anni Sessanta più di tremila persone animavano quella strada che fu il letto del fiume Kemonia e grazie all'erba che cresceva spontaneamente si impagliavano le sedie
Il "Siggiaro" Giovanni Bono nella sua bottega in via Giardinaccio a Palermo (foto Alessia Rotolo)
La via è "Giardinaccio" e si trova tra via Maqueda e via Roma, in passato prima che venisse interrato passava - proprio da lì - il fiume Kemonia che saliva fino a palazzo dei Normanni. Negli anni '60 erano circa tremila le persone che animavano quella via e adesso, a mantenere viva la tradizione e la memoria di quella via, è Giovanni Bono, ultimo "siggiaro" rimasto a riparare le sedie di legno.
Fu proprio grazie alla presenza del fiume che alcune famiglie cominciarono a dedicarsi all'impagliatura delle sedie. Ai bordi del Kemonia infatti cresceva l'erba "Ampelodesmos mauritanicus", in siciliano detta "U tagghjamani", particolarmente resistente e perfetta da utilizzare per impagliare le sedie. La via prende il nome "Giardinaccio", proprio per la vasta presenza di quest'erba.
Anche la mia famiglia, in questo magazzino dove sono adesso solo io, dormiva in una stanza; eravamo quattro fratelli e il giorno mangiavamo e lavoravamo in quest'altra stanza. Poi dopo il terremoto del '68 non fu più lo stesso, il lavoro diminuì e in molto partirono a cercare fortuna al Nord».
In via Giardinaccio c'era chi costruiva telai di legno per le sedie, chi le carteggiava, chi le verniciava e chi le impagliava, venivano anche esportate in tutta la Sicilia. «Prima tutte le coppie che si sposavano - continua Giovanni - si facevano costruire le sedie in legno qui, era una tradizione. Adesso non è più così, purtroppo».
A continuare l'antica tradizione di famiglia c'è anche il figlio trentenne di Giovanni, Dario Bono, che però ha deciso di aprire la sua bottega a Bagheria in via Consolare. «Mio figlio è un grande appassionato della professione del "siggiaro" - conclude Giovanni - è orgoglioso di dare una seconda vita a qualcosa che altrimenti andrebbe buttato».
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