ITINERARI E LUOGHI
Le gole e la cascata che diventa piscina naturale: l'oasi di pace da scoprire in Sicilia
Non è molto conosciuto ma è un posto da non perdere. Si raggiunge attraverso un "circuito panoramico" ricco di suggestioni, tra piccoli, magici, borghi e tornanti
Le gole di Ranciara
Le gole Ranciara sono state per me, una scoperta avventurosa ed affascinante. Situate sul versante ionico dei monti Peloritani, nella parte che si affaccia su Sant’Alessio Siculo, esse ricadono nel territorio tra Antillo e Casalvecchio.
Per chi fosse intenzionato a visitare le gole, queste sono raggiungibili grazie alla provinciale che dalla riviera ionica, in corrispondenza del centro abitato di San Alessio Siculo, sul versante sud del Torrente Agrò, sale verso la frazione Scifì di Forza d’Agrò, la attraversa e da lì si porta in direzione di Antillo.
Le gole si trovano prima del bivio per Casalvecchio Siculo e sono raggiungibili anche da tale direzione, utilizzando la provinciale che collega la costa ionica con Savoca, Casalvecchio Siculo e Antillo.
La gioia che mi ha destato il percorso effettuato la prima volta, in realtà, è stata tale che la seconda volta mi ha indotto a ripercorrere lo stesso circuito "panoramico", prendendo una strada più lunga e ricca di suggestioni.
Partendo dall’autostrada Ct-Me uscita Taormina, direzione Letojanni a sinistra al semaforo ci si inerpica per Mongiuffi Melia, si prosegue attraversando la vallata ed il ponte sul torrente alla volta di Mongiuffi, superato questo caratteristico paesino, si arriva a Roccafiorita.
Arrivati in questo suggestivo piccolo borgo non si può fare a meno di alzare gli occhi al cielo e rimanere estasiati dalla maestosità del monte Kalfa e del santuario che lo sovrasta (di cui probabilmente vi racconterò in un prossimo articolo).
Si prosegue poi per Limina tra tornanti panoramici che conducono a questo bel centro abitato ricco di opere d'arte. Da lì si ridiscende la valle fino a che, lungo il percorso, non si può fare a meno di scorgere il cartello stradale "Gole Ranciara", seguendolo, in pochi chilometri si arriva sul ponte che le sovrasta e li poco distante alla stradina d’ingresso.
Le gole Ranciara si trovano nel tratto terminale del percorso in discesa del Torrente Agrò, da tale punto in poi il torrente si muove in piano allargandosi in un letto di sabbia molto ampio e profondo divenendo una grande fiumara. L’escursione, come tutte le escursioni nei torrenti, è abbastanza impegnativa.
Bisogna percorrere il tragitto che conduce alla cascata risalendo il fiume con estrema prudenza e con il giusto equipaggiamento. Sconsigliatissimo arrampicarsi lungo la ripida parete rocciosa posta sul lato sinistro della cascata.
La scalata a questo balzo roccioso alto circa 20 metri, è un'attività estremamente pericolosa, effettuabile solo da esperti di arrampicata, con guide al seguito e dotati di idonea attrezzatura.
Quindi, se avete già avuto la costanza di raggiungere la cascata, fermatevi lì ad ammirarla in tutta la sua bellezza e se la temperatura lo permette provate anche a fare un bagno, ma non spingetevi oltre e godetevi la contemplazione di quest'opera della natura, che già di per sé saprà ricaricarvi e mettervi in pace con il pianeta. Il percorso e l'ambiente circostante è di impareggiabile bellezza.
Le gole presentano profonde pareti calcaree, semi coperte dalla vegetazione mediterranea. Il Ranciara prende il nome proprio dalle coltivazioni di arance anticamente presenti nella zona attraversata dal corso d’acqua.
Il letto del fiume è una spettacolare galleria naturalistica realizzata attraverso l’azione lenta, continua e inarrestabile dell'acqua che nel corso dei millenni, con l'aiuto degli altri agenti naturali, ha staccato dalla montagna enormi massi, che frantumandosi si sono collocati sul greto, come opere d'arte poste a ridisegnare il tracciato stesso in rivoli e cascatelle.
Le gole hanno strutturalmente l'effetto di convogliare al loro interno il vento che proviene a monte della cascata e si insinua tra le pareti. Camminando lungo il corso del fiume, il volo di numerosi uccelli ed il loro costante canto, si fondono al perpetuo scrosciare delle acque rendendo il paesaggio paradisiaco.
Nell'ultimo tratto esplode infine la meraviglia, il salto spettacolare della cascata che con la sua potenza ha scavato nel tempo il suo alveo semicilindrico nella roccia ed una profonda piscina naturale ai suoi piedi. Di fronte a tale spettacolo, non si può fare a meno di restare in silenzio ad osservare.
Sedersi nei pressi della cascata e respirare l'aria umida delle sue goccioline sparse ovunque dal vento e dall' impatto stesso dell'acqua. Qui lo scorcio si fa fragoroso e sembra rimbombare nella vallata.
Mentre tutto scorre, se si riesce a stare serenamente a contatto con questi luoghi, si può veramente sperimentare il senso del “corso delle cose”. Ed è come se l’acqua, che con impeto si getta dal salto, riempie la piscina naturale e velocemente si convoglia nel percorso del fiume, col suo perpetuo dinamismo, riuscisse a trasportare via anche tutte le cose che ancora con ostinazione vogliamo inutilmente trattenere. Semplicemente il fiume scorre.
È mutevole, come la vita e non ci si può illudere di fermarne il corso degli eventi. Immersi in questo paesaggio primordiale si impara a scorrere, accettare la presenza degli ostacoli e trovare il modo di arginarli. Si diventa più fluidi, perché si accetta di essere come è la natura, dentro natura e non fuori da essa.
La scoperta delle gole Ranciara, totalmente immerse nella pace, lontane dai soliti luoghi turistici conosciuti e pieni di confusione, si è rivelata un'opportunità di riflessione.
È proprio vero come diceva Eraclito cinque secoli a.c., che “non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume” ed è altrettanto vero che cambiando continuamente, dovremmo noi stessi accettare di essere “fiume”, scorrere, lasciare andare per non rimanere immobili come rocce.
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