STORIE
Lascia la Sicilia per seguire i suoi sogni e vince (il David): chi è la "Signora del suono"
Un altro orgoglio della nostra Sicilia. Maricetta Lombardo, agrigentina, ha collezionato successi: da "Gomorra" a "Suburra" e "Io Capitano". La sua storia
Maricetta Lombardo sul set di "Io Capitano" (foto di Greta De Lazzaris)
Maricetta Lombardo è figlia della nostra Terra, viene da Agrigento dove ha studiato presso l'Accademia di Belle Arti e approda a Roma nel 1990, dopo un corso di formazione teatrale organizzato da Andrea Camilleri, per frequentare il corso di Tecnica del suono al Centro Sperimentale di Cinematografia.
Il cinema è sempre stato una passione, sin da piccola, ed è grazie a questa "settima arte" che Maricetta ha fatto parlare di sé.
«C'erano due sale con programmazioni, a quei tempi - racconta Maricetta - variegate fatte di film non necessariamente di cassetta. Quando arrivai al CSC ero orientata verso la post produzione e la musica, un'altra mia grande passione, ma l'incontro con il mio maestro Bruno Pupparo, mi fece abbandonare questa idea».
Oggi è una fonica o meglio si occupa di "ingegneria del suono", lavora nel campo oramai da tanti anni ed è stata definita la "Signora del suono", perché di successi ne ha avuti tanti.
Ma quali sono stati i diversi successi, quali ricordi in particolare ed emozioni li hanno accompagnati? La "Signora del suono" in questo momento, dopo quattro Nastri d'argento e tre David di Donatello, vive la sua notorietà, la vita pubblica e privata con discrezione.
Lei non ama parlare dei suoi successi. «Se si parla di notorietà, arrossisco solo a leggerlo! - prosegue Maricetta - Tengo i piedi ben saldi per terra e vado avanti accanto a mio marito, Bruno Melappioni che è uno straordinario artista, fa lo scultore ed è la mia montagna sacra da cui partire a cui tornare».
Eppure, ha avuto la fortuna di incontrare registi come Daniele Segre, Felice Farina, Matteo Garrone, Stefano Sollima, Mario Martone e tanti altri. Ha avuto anche delle esperienze importanti nel cinema internazionale.
«L'inizio è stato duro. Non è che stessero aspettando me! Piano piano con sacrificio, tenacia e tanta umiltà sono riuscita a camminare con le mie gambe. Il tutto è stato vissuto nel tempo con leggerezza e allegria.
Ricordo con gratitudine il mio maestro Bruno Pupparo che mi ha fatto innamorare del mio lavoro e a cui devo molto. Col senno di poi: per fortuna! È sicuramente un lavoro che richiede molto sacrificio, tanta concentrazione e ti impone innumerevoli rinunce. Almeno per il mio approccio è così».
Nelle sue scelte è stata sempre sostenuta da sua madre, è stata aiutata ed indirizzata e seppur il suo è un lavoro prettamente maschile, Maricetta sin dall'inizio non si è mai posta la questione uomo/donna nonostante fosse cosciente del fatto di aver preso una strada quasi ad esclusivo appannaggio maschile.
«Volevo fare il fonico e basta. Non ho mai subito chissà quali brutte cose. Certo il maschilismo, soprattutto in Italia, è sicuramente un grosso inciampo e la stupidità e l'ignoranza la fa da padrona».
La sua carriera è ricca e variegata e la porta a partire e a vivere, professionalmente, altre realtà geografiche. Si è affermata fuori dalla sua terra e partendo da Agrigento ha dovuto superare varie difficoltà, ma il suo carattere è tenace ed ha una personalità forte che la porta a non arrendersi e a potere affermare di essere una cittadina del mondo.
«Sono incuriosita dal diverso. Dalle nostre parti, in alcuni casi, si è costretti ad andare via per la mancanza di prospettive soprattutto in questo momento storico orribile che stiamo attraversando. Io sto bene dappertutto. Per me non ci sono confini geografici».
Non ha confini, neanche professionali, ha lavorato in molte produzioni, tante per scriverle tutte.
Questi sono solo alcuni dei film a cui ha lavorato. Per il cinema: "Estate romana", "L'imbalsamatore", "B.B. e il cormorano", "Primo amore", "Gomorra", "Malavoglia", "Interno giorno", "Mi rifaccio vivo", "Il racconto dei racconti", "Suburra", "L'intrusa", "Una famiglia", "Dogman", "Pinocchio", "The app".
Per la televisione: "Romanzo criminale", "Gomorra", "Zeri, zeri, zero" ed altri.
Il suo ultimo successo ha avuto una risonanza incredibile, ha vinto di recente, infatti, il suo terzo David di Donatello come riconoscimento per il suo lavoro nel film "Io Capitano".
«È un film magnifico e sapere di averne fatto parte mi inorgoglisce. È stato bello, emozionante e arricchente girarlo. Questa visione del viaggio che non si era, a mio avviso, mai vista prima ci ha fatto diventare, come mi è capitato di dire in altri momenti, tutti un po' migranti».
"Io Capitano" ha toccato le corde, per chi lo ha visto, che hanno fatto riflettere. Vedere da vicino la realtà dei migranti ha commosso e ha creato rabbia, impotenza per le ingiustizie subite, per le vessazioni e le violenze su esseri umani umiliati, sfruttati e lasciati soli e indifesi nella corsa verso un mondo migliore.
Un caleidoscopio di colori e immagini che porta verso una terra promessa strumentalizzata e un sogno "sfruttato" e venduto a carissimo prezzo. Al di sopra si erge un ragazzo che diventa, suo malgrado, il Capitano che porta i "passeggeri della sua barca" alla salvezza tra dolore e lacrime di sale.
Si può definire un capolavoro, infatti, è stato premiato più volte, come miglior film e migliore regia. “Io Capitano” ha stravinto, anche su “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi, anch'esso un capolavoro contemporaneo su un tema indiscusso.
Maricetta Lombardo ha ottenuto il terzo David per il suo lavoro del suono in presa diretta, insieme a Daniela Bassani al montaggio sonoro, Mirko Perri per la creazione dei suoni e Gianni Pallotto per il missaggio.
La "Signora del suono" è soddisfatta del suo duro lavoro, spera in un futuro sereno e appagante come il suo presente e consiglia giovani di guardare la vita e il lavoro che si sceglie di fare, con dolcezza e umiltà. Aggiunge, infine, che sarebbe bello mantenere, possibilmente, anche la voglia di sorprendersi, sempre, per le piccole cose che la vita e la quotidianità offrono alla nostra anima.
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