ITINERARI E LUOGHI
La sua storia risale al 1200: è Borgo Pantano, un angolo di paradiso immutato nel tempo
Nel comune di Rametta, nel Messinese, si trova un piccolo angolo di paradiso che affonda le sue origini nel 1200, a circa 6 km dallo svincolo dell’autostrada Messina Palermo
Borgo Pantano
Stiamo parlando del borgo storico Pantano che, proprio per la genesi delle notizie riportate sul suo conto, è ammantato da una certa quota di mistero; occupa circa 17 aree di superficie, con una trentina di edifici, distribuiti su due schiere, che si sviluppano lungo due linee di livello del terreno.
Come riportato da voci del borgo, alcuni passaggi della storia del territorio sono stati volutamente cancellati.
Di sicuro le sue origini si collocano intorno al 1296, anno in cui il monastero delle Suore della Diocesi di Messina vi si insediò, rimanendovi fino al 1304, prima del suo abbandono reso necessario dallo stato di isolamento.
Le suore ospiti, infatti, si sostentavano con la coltivazione dell’orto, in particolare delle erbe officinali spontanee, di cui era ricco.
Ma i capitoli della storia di questo luogo non terminano qui.
La scelta di Pantani non fu casuale: qui, infatti, c’erano le condizioni ideali per praticare le pochissime cure contro questa epidemia (ovvero i salassi); l’aria salubre e la vasca con le sanguisughe, dunque, si resero attrattive.
In questo nuovo insediamento la comunità spagnola mise in campo anche la medicina spagirica (legata al principio che “nell’uomo/donna sano/a le forse dense e sottili sono in perfetto equilibrio, si ammala quando l’equilibrio è rotto”), un insieme di pratiche che univa aspetti alchemici con erbe, coinvolgendo la famosa farmacia storica di Roccavaldina.
Allargatosi nel tempo, il borgo (detto Pantano) oggi è composto da una trentina di edifici distribuiti su due schiere che si sviluppano lungo le linee di livello del terreno.
Le abitazioni furono costruite secondo precisi canoni architettonici, unici rispetto al contesto; tra le costruzioni più di interesse si trova la torre Bagliva, presenza insolita, considerata la scarsa popolazione. Anche la pianta urbana, ancora oggi, risulta quasi intatta.
In questi anni il borgo è al centro di un piano di recupero, filologico e conservativo che sfrutterà materiale di recupero, attinto dalle zone circostanti, al fine di non falsare il risultato.
È evidente il valore storico e culturale di questo luogo tanto che tutto il carteggio, recuperato da informazioni documentate e dalla memoria tramandata oralmente, è custodito al Centro di Interpretazione del Territorio.
L’obiettivo finale è quello di mettere in piedi un sistema di promozione e diffusione nella scoperta di questo luogo eccezionale, attraverso la fruizione di laboratori e attività di vario genere e interesse.
Per gli amanti poi delle “esperienze particolari”, terminato il processo di recupero, anche gli edifici potranno essere vissuti in una formula quasi monastica, fedele alla natura del posto.
Inoltre si potranno gustare i piatti tipici della tradizione della cucina Kosher, partecipare alle attività tradizionali e olistiche del borgo, che riporteranno in una dimensione senza tempo.
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