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La sua pasta era tra le più amate in Sicilia: l'ex mulino vicino a Palermo vuole rinascere

C’è un posto a pochi passi dal capoluogo siciliano, che per anni è stato "sulla bocca di tutti" perché creava il re dei piatti italiani. Oggi vuole tornare a vivere: ecco come

  • 5 agosto 2024

L'ex Mulino Cuffaro a Bagheria

Ci sono attività, profumi e sapori destinati a rimanere indelebili nella memoria dei siciliani. Luoghi che, un tempo, resero illustre l’economia dell’Isola. C’è un posto, in particolare, a pochi passi da Palermo, che, per anni, è stato sulla bocca di tutti poiché creava il re dei piatti Made in Italy. Oggi, quell’antico sapere si prepara ad essere tramandato, ancora, di generazione in generazione.

Rinasce, infatti, in una versione 2.0 (potremmo dire) l’ex Mulino Cuffaro. La storica struttura, risalente ai primi del ‘900 è stata acquistata, lo scorso anno, dal Comune di Bagheria, che vuole convertirla in un polo didattico e in una scuola di cucina di alta formazione sulle tipicità siciliane e del Mediterraneo. Tutto questo, però, dopo i lavori di ristrutturazione dell’intero immobile, che cominceranno entro il 2024 e termineranno fra circa due anni.

Non solo didattica però. L’area, infatti, ospiterà anche un bar e un ristorante. I prodotti? Ovviamente km 0 e Made in Sicily.
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«Lo stabile era di proprietà della “Molipasta”, società cooperativa in liquidazione – spiega Filippo Tripoli, sindaco di Bagheria -. Da circa 20 anni, si sentiva parlare dell’acquisto del Mulino Cuffaro. Abbiamo, così, deciso di passare dalle parole ai fatti».

Dalla fine degli anni '80, l’attività era stata dismessa e la struttura chiusa e soggetta all’usura del tempo. Il Comune l’ha acquista con i fondi del PNRR per un totale di 440 mila euro. L’amministrazione ha potuto, così, recuperare un credito per tributi pari a 137.168,40 euro, quindi il costo di acquisto reale per l’ente è pari ad euro 302.831,60.

Il mulino Cuffaro venne fondato, nei primi anni del ‘900, da Michele Cuffaro, il quale, oltre al mulino, creò anche il pastificio omonimo. L’azienda va avanti con i figli di Michele, Gioacchino e Nino, morto a causa di un incidente d’auto.

Le redini, poi, passano al figlio di Nino, Michele Cuffaro Junior, e al fratello minore, Giovanni. Ad aiutarli, c’era la madre, Angela. Alla sua morte, il mulino andò a Giovanni fino alla bancarotta, avvenuta negli anni ’80.

Intanto, nel 1965, Michele aveva sposato Pina Tomasello (esatto, proprio lo storico marchio della pasta di Casteldaccia), con un’unione che, di fatto, unì due grandi dinastie del settore.

L’ultima a portare avanti l’attività di famiglia fu una delle figlie di Michele e Pina, Angela Maria Cuffaro.

Intanto, il Comune di Bagheria ha anche acquistato la fabbrica attigua al Mulino, quella della Sicil Calce, nota come la “Mariano Notaro”, un’azienda che, inizialmente, si occupava della produzione di laterizi, per poi ampliarsi aggiungendo calce, intonaci e rivestimenti. In precedenza, le sedi erano due: una a Bagheria e l’altra a Caccamo.

L’area, adesso, si prepara, sempre grazie ai Fondi del Pnrr, a diventare un auditorium dove ospitare eventi, concerti ed esposizioni. Anche in questo caso (proprio come per il Mulino Cuffaro), i lavori cominceranno entro quest’anno.

Il costo complessivo dei lavori per la manutenzione e per la riqualificazione del Mulino Cuffaro e della Sicil Calce ammontano a 12 milioni di euro.

Una rinascita per l’economia e l’attrattività del territorio bagherese.
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