RICETTE
La Sicilia che si scioglie in bocca: come fare il tortino con la ricotta e l'oro dell'ape nera
Nel cuore assolato del Mediterraneo ronza una piccola eroina alata. Col suo nettare Bonetta dell'Oglio realizza una dolce delizia con ingredienti del territorio

Tortino di ricotta e miele (foto di Bonetta dell'Oglio)
Non stiamo parlando di un personaggio dei cartoni animati o di una nuova supereroina Marvel, ma di una delle api più rare e affascinanti del pianeta, una creatura antica e preziosa che produce un miele che è molto più di un semplice dolcificante.
È poesia liquida. È oro che sa di zagara. È Sicilia che si scioglie in bocca. L’ape nera sicula è un’ape autoctona dell’isola, con un pedigree che risale ai tempi dei Greci e dei Romani.
Per secoli ha popolato gli alveari siciliani, adattandosi perfettamente al clima caldo, secco e talvolta brutale dell’isola. Ma poi… puff! Sparita quasi del tutto, spodestata da razze più "industriali" importate da altre regioni d’Europa.
Una regina esiliata nel proprio regno. Ma la storia ha un lieto fine (o meglio, un lieto ronzio). Grazie al lavoro di appassionati apicoltori come Carlo Amodeo ed come il Professore entomologo Pietro Genduso, mentore di Bonetta Dell’Oglio per mano del figlio Arturo e anche di centri di ricerca come l’Istituto Zooprofilattico di Sicilia e il Parco delle Madonie, la nostra ape nera è tornata a ronzare con orgoglio tra i fiori di carrubo e rosmarino.
Una rinascita degna di una serie Netflix: “La Regina è tornata”. Ma cosa rende quest’ape così speciale? Immaginate un’ape elegante, con una livrea nera cangiante, quasi da passerella milanese. Ma non è solo bella: è un portento della natura.
• Resistente al caldo: mentre le altre api sciolgono le ali come gelato al sole, lei vola impassibile a 40 gradi.
• Risparmiosa: consuma meno miele in inverno, una vera formichina (o forse sarebbe meglio dire… apina).
• Operosa e pacifica: lavora con costanza e non è aggressiva, a meno che non la si infastidisca.
Un vero esempio di "dolce fermezza". Il miele prodotto dall’ape nera sicula è una sinfonia di sapori e profumi che raccontano la storia della terra da cui nasce.
Non è un miele qualunque: è un viaggio in Sicilia in ogni cucchiaino. Ogni stagione offre un “vintage” diverso: il miele di zagara d’arancio in primavera è fresco e floreale, quello di castagno in estate è deciso e legnoso, mentre il rarissimo miele di sulla ha una delicatezza da poesia giapponese.
Ma il vero re della festa è il miele di timo: aromatico, selvaggio, profondo. Un cucchiaino e ti sembra di camminare tra i sentieri assolati delle Madonie, con l’Etna che fuma in lontananza. E se pensate che sia solo buono sul pane, preparatevi a cambiare idea: è perfetto con formaggi stagionati, nello yogurt, sul gelato e persino nei cocktail.
Avete mai provato un “Bee Negroni”? Provate a unire Gin, vermouth, bitter e un tocco di miele siculo. Oggi l’ape nera sicula è diventata simbolo di sostenibilità, biodiversità e orgoglio territoriale. È un piccolo insetto che pesa meno di un grammo, ma vale più dell’oro! Ogni alveare è una piccola centrale ecologica che contribuisce all’impollinazione e al benessere dell’ambiente.
Salvare l’ape nera non è solo un atto d’amore verso una specie in pericolo: è un investimento nel futuro del pianeta. Morale della favola? Se un giorno, gironzolando per i mercati siciliani, vedete un barattolo di miele con etichetta “Ape Nera Sicula”, non esitate.
Prendetelo, assaggiatelo, chiudete gli occhi e lasciatevi trasportare. Non è solo miele. È un canto d’amore in dialetto. È il sole in forma liquida. È la prova che la natura sa fare miracoli – purché ci siano mani umane capaci di custodirli. In un mondo che corre, l’ape nera vola piano ma sicura. E ci ricorda che la dolcezza, quella vera, non ha fretta.
Ecco una ricetta della chef Bonetta Dell’Oglio, facilissima da preparare, ottima come antipasto, va bene anche come secondo se accompagnato con delle verdure, definita da lei stessa “la sublimazione della gioia del palato”.
Tortino Ricotta e miele (dolce – salato)
Ingredienti
500 g di ricotta di ovina (ben scolata)
3 uova
80 g di Caciocavallo grattugiato
Sale e pepe q.b.
La scorza di mezzo limone grattugiata
Olio e pangrattato per lo stampo evo
300 gr di miele (naturalmente liquido, scegliete voi l’essenza che preferite)
Pistacchi tritati per rifinire
Preparazione
Accendete il forno a 180°C, nel frattempo lavorate la ricotta (ben scolata) con un frullatore a immersione fino a ottenere una crema liscia. Battete le uova con una forchetta e aggiungetele gradatamente mescolando bene, con l’aiuto di una spatola morbida, unite il Caciocavallo, regolate di sale, pepe, e la scorza di limone.
Oleate bene gli stampini o uno stampo più grande (tipo da plumcake o da torta) e cospargetelo di pangrattato. Versatevi il composto, e irrorate con un filo d’olio d’oliva.
Cuocete in forno per circa 40 minuti circa, per uno stampo grande e 25 minuti per i piccoli, finché non saranno dorati in superficie e sodi al centro.
Potete fare la prova stecchino: deve uscire asciutto. Lasciate intiepidire e sformate, mettete su un piatto e lasciate cadere una colata di miele e rifinite con i pistacchi tritati.
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