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La Rocca, i mulini e un panorama da favola: il borgo che non ti aspetti in Sicilia

Un piccolo scrigno che custodisce tesori di rara bellezza, come una delle farmacie più antiche d'Italia e un castello da cui ammirare la costa tirrenica fino alle Eolie

Viviana Ragusa
Graphic designer
  • 20 settembre 2024

Roccavaldina

Sui monti Peloritani, a circa 320 metri sopra il livello del mare, sorge Roccavaldina, uno di quei piccoli borghi che, a prima vista, sembrano aver avuto soltanto un ruolo marginale nella lunga storia della Sicilia. Eppure, come spesso accade con questi luoghi remoti, sotto la superficie tranquilla si cela un passato sorprendente.

Piccole città come Roccavaldina, che oggi ospita meno di mille abitanti, anticamente erano snodi cruciali per il commercio, la cultura e l’acquisto di territori strategici. Il piccolo comune messinese ha origini molto antiche e la sua storia è strettamente legata al feudo medievale di cui faceva parte.

Durante il periodo normanno, il territorio di Roccavaldina venne assegnato a nobili famiglie, che lo resero un importante centro per i loro affari. Tra i testimoni più significativi del passato di Roccavaldina vi è l’omonimo Castello, una fortezza risalente al XIV secolo. In gran parte restaurato, questo edificio domina ancora il paesaggio circostante, offrendo una vista panoramica mozzafiato sulla costa tirrenica e sulle isole Eolie.
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Nel corso dei secoli, il castello fu di proprietà di varie dinastie nobiliari, tra cui la famiglia Valdina, una delle più influenti dell’epoca, che restaurò e ampliò la struttura con diverse modifiche sostanziali. Fu proprio un membro di questa nobile dinastia a dare il nome attuale alla città messinese, che prima era conosciuta semplicemente come “Rocca”.

Nel 1623, Pietro Valdina ottenne da Filippo IV la promozione del suo titolo nobiliare da Barone a Marchese ed ebbe il privilegio di aggiungere il suo cognome a quello del feudo, che si chiamò Roccavaldina. Inoltre, si narra che nel castello abitato dalla nobile famiglia fossero custodite alcune opere di grande valore, come un Cristo crocefisso di Caravaggio e un dipinto di Rembrandt; ma questi tesori sono andati dispersi, rendendo impossibile confermare tali leggende.

Nonostante numerosi restauri, nel 1908 il violento terremoto di Messina causò gravi danni alla struttura del castello. Successivamente, la famiglia De Spucches si è impegnata per riportare l’edificio al suo antico splendore e assicurarne la fruizione da parte delle nuove generazioni.

Il castello, tuttavia, non è l’unica attrazione culturale di Roccavaldina. Tra i vicoli del borgo messinese, infatti, è presente la Farmacia del ‘500, considerata una delle più antiche e meglio conservate in Italia. Al suo interno si possono ammirare antichi vasi in ceramica decorati a mano e strumenti che venivano utilizzati per la preparazione di medicinali secondo le conoscenze dell'epoca.

Questo sito è una testimonianza dell'importanza che Roccavaldina aveva nel campo della scienza e della medicina durante il Rinascimento ma, come molti paesi siciliani, il borgo mantiene vive le sue tradizioni anche attraverso le numerose feste e celebrazioni religiose che scandiscono il calendario annuale.

Tra le più importanti vi è la festa in onore di San Nicola, patrono del paese, che si celebra a dicembre. In questa occasione, il paese si anima con processioni, spettacoli folkloristici e banchetti che celebrano i sapori locali. Il duomo di San Nicolò, conosciuto anche come Chiesa Madre di S. Nicola di Bari, si erge nella parte più alta del borgo e al suo interno ha decorazioni e statue risalenti al XVI e al XVII secolo.

Oltre al patrimonio storico e culturale, Roccavaldina offre una posizione privilegiata per godere di panorami montuosi e costieri. Grazie alla sua collocazione sul lato settentrionale dei Peloritani, la piccola città in provincia di Messina vanta diversi punti panoramici da cui ammirare la costa tirrenica, le isole Eolie e le campagne siciliane.

In aggiunta, nei dintorni di Roccavaldina è possibile imbattersi in alcuni antichi mulini a vento e ad acqua, testimonianze di un tempo in cui queste strutture erano fondamentali per l'economia locale. Questi mulini, alcuni dei quali restaurati, rappresentano un pezzo di storia rurale e industriale del borgo.

Chiaramente, anche la cucina locale riflette la lunga tradizione gastronomica siciliana. Tra le specialità tipiche spiccano i piatti a base di pesce fresco, proveniente dalla vicina costa, e i prodotti agricoli coltivati nelle campagne circostanti.

Tutto ciò dimostra che in Sicilia ci si può imbattere in tesori dal valore inestimabile anche nei luoghi più piccoli e inaspettati.
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