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La piscina comunale chiude, ne apre un'altra (ma chissà quando): cosa succede a Palermo

Chiude ufficialmente la struttura in Viale del Fante e vengono trovate delle alternative (scomode). I nuotatori si ritrovano senza "casa" e c'è chi abbandona

Anna Brisciano
Collaboratrice
  • 27 luglio 2024

Ormai da tempo gravitano diverse ipotesi attorno al futuro della piscina comunale. Nonostante ciò, quello che ormai è certo è che da oggi, giovedì 1 agosto, le porte dell'impianto di viale del Fante sono state chiuse per consentire gli urgenti lavori di ristrutturazione.

Uno spazio "sacro" per i nuotatori che viene portato via non solo alle diverse società sportive, che si ritrovano in serie difficoltà, ma a tutta una serie di persone che hanno fatto diventare questo luogo parte integrante della propria vita, che fosse per lavoro, agonismo o semplice svago.

Giulia Noera, ne è un esempio. La nuotatrice, tornata campionessa di 6 medaglie dagli ultimi europei svoltosi a Belgrado, è diventata la professionista che è oggi proprio all’interno delle mura di quella palestra che l’ha accolta fin da bambina.

«Fin da quando sono piccola mi alleno alla piscina comunale. Crescendo, negli anni è sempre stata mia abitudine osservare il mio riflesso sulla vetrata all'ingresso per capire quanto fossi cresciuta», dichiara la campionessa, che non si dà pace per la chiusura totale di uno degli impianti sportivi più importanti di Palermo.
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Infatti, la piscina scoperta è stata già chiusa tempo fa, mentre quella coperta è rimasta aperta fino a ieri per permettere il proseguimento delle attività sportive.

Visto il gran numero di società che si appoggiano alla struttura, e il disagio che questa situazione sta creando, è stato necessario per il Comune di Palermo trovare delle soluzioni.

Dunque, giovedì 25 luglio si è tenuta una riunione nella sede dell’assessorato allo Sport. Fra i presenti non solo l'assessore allo Sport e Politiche Giovanili, Alessandro Anello, ma anche il presidente della WaterPolo Palermo, Antonio Coglitore.

Diversi i temi discussi durante l'incontro e le novità emerse. Il problema principale riguardava il fatto di trovare una valida alternativa alle due piscine comunali, dal momento che rimarranno chiuse per diverso tempo, a causa dei lavori finanziati dal PNRR (Piano nazionale ripresa resilienza).

«Il cronoprogramma – spiega il responsabile della Gestione Impianti Sportivi del Comune, Sergio Sparacio - prevede la riapertura della vasca coperta dopo circa un anno, mentre per la vasca scoperta, a seguito della complessità del progetto, gli anni previsti per la riapertura sono due».

Per sopperire alla mancanza della palestra, è stato confermato che il progetto della nuova piscina comunale, nei pressi del centro commerciale Conca d'oro, in viale Lanza di Scalea, verrà portato avanti nei prossimi mesi.

Il disegno di cui si è tanto parlato dovrebbe prevedere la realizzazione di una vasca all'aperto di 33 metri x 25 metri, caratterizzata da dodici corsie, che possa essere funzionale sia allo svolgimento di attività quali il nuoto che ad uno sport di squadra come la pallanuoto. Ovviamente ci vorranno un po’ di mesi per realizzare l’impianto di Fondo Raffo.

In quest’arco di tempo le varie società sportive si appoggeranno probabilmente ad una serie di strutture private. Possiamo già citarle. Per quanto concerne la pallanuoto, le attività dovrebbero essere svolte all’interno del Cus di Palermo e della piscina comunale di Terrasini, le cui piscine misurano 33 metri l’una.

Per quanto riguarda, invece, il nuoto agonistico, i vari allenamenti dovrebbero avere luogo all’interno dello Sporting Village di Bonagia e del TC3 Palermo.

Tuttavia, nonostante quelle esposte possano sembrare delle valide soluzioni, restano comunque troppi i disagi per le venti società sportive, attive all'interno dell'impianto. Alcune di queste, a fronte di una situazione abbastanza precaria e l’abbandono di alcuni membri, si stanno ritrovando costrette interrompere la propria attività.

«Una situa catastrofica» la definisce Enrico Lo Verde, presidente di Olimpia Palermo: «Stanno letteralmente distruggendo un movimento. Attorno alla struttura ci sono cinque mila persone che non possono essere sistemate dall'oggi al domani».

Aggiunge Lo Verde: «Inoltre, fra i duecento lavoratori che rischiano di rimanere senza un'occupazione, molti sono già rimasti senza un impiego. Infatti, alcune società hanno chiuso i battenti definitivamente e molte altre lo faranno nel giro di uno massimo due anni».

Un quadro reso abbastanza critico da diverse problematicità. A causa delle posizioni non troppo vicine delle palestre d’appoggio e della futura piscina comunale, molti genitori sanno già di non poter supportare sei giorni a settimana i figli nello svolgimento delle loro attività agonistiche.

Inoltre, i prezzi alti delle palestre private, che non tutti possono permettersi, diventano un incentivo in più per abbandonare gli allenamenti e di conseguenza le società.

Dopodiché c'è anche un problema di idoneità degli impianti. Infatti, eccetto la vasca del Cus che è semiscoperta, quelle di Terrasini, dello Sporting Village e del TC3 sono tutte e tre scoperte. Lo sarà anche la nuova piscina comunale al Conca D'Oro.

Questa loro condizione non solo non permetterà ai più piccini di allenarsi nei mesi più freddi, ma logicamente non consentirà alle più importanti società di portare avanti le scuole di nuoto e pallanuoto.

«Ci sarà un salto agonistico di almeno 3 anni - spiega Coglitore - Il problema è andare a trovare chi resiste. Noi presidenti portiamo avanti queste attività per la nostra città e anche perché qua c’è tanta gente che vive di questo, come tecnici e dirigenti. Ma è difficile».

Per Giulia Noera è solo una la strada percorribile: «La migliore soluzione sarebbe non chiudere tutto e tenere aperta almeno una vasca trovando una via di fuga nel piano di ristrutturazione, così da non distruggere il movimento».

Abbiamo provato a contattare l'assessore Alessandro Anello e attendiamo ancora una sua replica.
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