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La piccola spiaggia che ci ricorda quanto siamo fortunati: un'oasi di pace in Sicilia

Qui l'ambiente è un susseguirsi di contrasti, dove le forme della natura hanno deciso di giocare uno "scherzetto" gradevole ai turisti. Vi portiamo a "Lu Mudiuni"

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 13 agosto 2024

Spiaggia di Lu Mudiuni

È estate. Il clima torrido imperversa e le masse si riversano nelle spiagge. I tratti costieri diventano protagonisti - nella loro bellezza - delle giornate afose.

Mare, sole, ombrelloni, caciara, compagnia e sabbia sono gli ingredienti consuetudinari di cui non possiamo fare a meno.

Tra Triscina e Selinunte, a una distanza di qualche centinaio di metri dall’abitato del primo e non eccessiva dal secondo, una spiaggetta segna il confine territoriale tra le due frazioni castelvetranesi.

Si tratta di "lu Mudiuni".

In un contesto ambientale incantevole inizia una nuova puntata, una giornata per dimenticare le nostre presenze fisse. Giunti quasi all’entrata del Parco Archeologico lato Triscina (chiuso), il nostro mezzo di trasporto merita il giusto riposo. Una piacevole passeggiata porta dritti al Lido Mokambo.

Da quel momento l’obiettivo si sposta verso la foce. La prima parte è contrassegnata dai contrasti colorati della sabbia con il mare. Ogni tanto, ecco spuntare una piccola alga color verde a spezzare la monotonia. Finalmente, una volta toccato con mano una sporgenza rocciosa lo scenario cambia.
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Sì, un piccolo tratto di costa diventa il centro nevralgico del relax. Rumori e confusione sembrano un lontano ricordo, sospesi momentaneamente.

Davanti a ogni singolo spiaggiante, dopo aver camminato per alcuni minuti, il paesaggio “smuove le coscienze”. L’ambiente è un susseguirsi di contrasti, dove le forme della natura hanno deciso di giocare uno “scherzetto gradevole” ai turisti.

Una piccola riserva costituita da vegetazione sparsa ha delineato un “muro di confine".

Non sono presenti posti assegnati e quindi, ogni “pezzetto” di spiaggia rappresenta l’esatta collocazione per ammirare e osservare oltre gli orizzonti. Il piccolo polmone verde si sposta su un promontorio.

Si erge - nella sua splendida posizione - il Tempio C. Di fronte a noi, a pochi minuti, l’Acropoli mostra i muscoli. Le divinità hanno conservato il luogo, nonostante la mano "disonesta" dell’uomo.

Quest’ultimo ha perforato nell’animo il fiume Modione. Difatti ogni anno il sindaco firma l’ordinanza per il divieto di balneazione nei pressi della foce del fiume (Modione). Occhio alle disattenzioni.

Il corso d’acqua ha rivestito - in epoca selinuntina - grande importanza socioeconomica. Adesso regna il caos, alle prese con l’inquinamento. Aperta una parentesi spiacevole, ritorniamo nella nostra posizione di attesa.

Di cosa? Bastano pochi attimi e il primo tuffo ricuce gli strappi con la realtà. Le acque limpide provano a dimenticare le solite “minestre alla siciliana”. Il sole picchia senza tregua. Lo sguardo imperterrito cerca di scoprire nuove curiosità. Eccone un’altra.

Una stradina che collega l’Acropoli con il Santuario della Malophoros. La flora ha coperto ogni singola possibilità di attraversare (con lo sguardo) le linee visibili e invisibili. Fanno la loro parte anche le coste saccensi. Uniti da un filo conduttore (mare), ogni spiaggia prova a evidenziare le migliori caratteristiche.

Senza sosta proseguono i tuffi. Il mare cristallino accompagna, anzi è un amico di vecchia data. Ogni anno, puntualmente, nei mesi caldi, lo ritroviamo pronto a rivelarci nuovi tesori, alcuni inesplorati. Piccole conformazioni rocciose abbelliscono la spiaggia. Loro sono gli unici ad aver attraversato ogni era possibile.

Chissà quanti segreti nascondono. Il tempo li ha scalfiti, trasformati. Adesso sono parte integrante di un luogo cambiato. Abbiamo osato spingerci oltre, è possibile chiudere gli occhi per un attimo.

Mentre ascoltiamo la lenta melodia proveniente dal mare… ci ricordiamo di essere fortunati a vivere in Sicilia.
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