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La leggenda tutta palermitana di "Santo Scintilla": il muratore che divenne Santo

Che queste storie siano vere o no poco importa, perché se un fondo di realtà c'è in esse, ormai è sbiadito: tutto nasce da una statua trovata per caso dentro una parete

  • 28 dicembre 2018

È noto che le strade della memoria sono spesso scivolose come balate bagnate, e se non si presta attenzione si finisce presto nel far cadere nell'oblio le piccole storie degli uomini.

Che queste storie siano vere o no poco importa, perché se un fondo di realtà c'è in esse, ormai è sbiadito: chi le ha sentite le ha colorate a suo modo e così il narratore successivo, fino a che, da padre in figlio, il quadro finale ha poco da spartire con lo schizzo iniziale, anche se di quello ne conserva l'origine.

Era quasi d'inverno e alle sette il sole scendeva di colpo, come alcune volte arriva un temporale, ma come più spesso cala una serranda.

Fu in quei giorni che Vincenzo Scintilla, affacciandosi dal primo piano della sua umile casa nel quartiere di Resuttana, vide una gran folla di gente riunita e da mastro muratore quale era sempre stato divenne santo: Santo Scintilla.

Per comprendere come fu possibile quel prodigioso cambio di stato bisogna tornare in dietro di qualche tempo.

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Quando Scintilla era ancora mastro – racconta egli stesso – si trovò in campagna per demolire un vecchio casolare, che chiamarlo tale era certo un complimento essendo ormai un rudere.

Prossimo a finire il lavoro, abbattendo un'ultima parete, trovò una statuina di Gesù Bambino. Intatta, nascosta in quel luogo da chissà quanto, il tempo non l'aveva per nulla corrotta: i riccioli biondi tenevano una piccola corona d'oro, come d'oro erano i ricami della veste rossa; alzava un braccio e aveva tre dita leggermente piegate in segno di benedizione.

Appena l'uomo emozionato afferrò la statua, questa emise un suono, come di carillon, che prendendo alla sprovvista il muratore lo fece sobbalzare, ma fu un attimo, poi contento corse verso casa con la trovatura, a cui quella sera stessa costruì un degno altare.

Passarono prima le settimane e dopo i mesi e la statuina contenta della sua nuova casa, forse per sdebitarsi iniziò a far grazie: una vecchia zia di Scintilla gravemente malata, pregando quel Gesù Bambino dagli occhi azzurri, guarì, e anche i medici si stranirono del fatto, avendola già data per morta; il mastro stesso cadendo in un pozzo profondo ne riuscì a venir fuori incolume e senza l'aiuto di nessuno. Ogni miracolo che veniva a compiersi era sempre annunciato qualche giorno prima da quel suono di carillon.

La notizia dei prodigi se non le ali ebbe gambe veloci, e in breve tutti nelle contrade e nei rioni vicini ne vennero a conoscenza e passò poco che anche i quattro mandamenti di città furono al corrente dei fatti.

Come si sa, la gente di ogni tempo è sempre stata affamata di miracoli, così senza essersi data appuntamento, un giorno prossimo all'inverno, al calar del sole, una gran folla si trovò in via Sacra Famiglia.

Incuriosito dal rumore Scintilla si affacciò, poi tornò in casa e ne uscì dopo qualche minuto vestito con una veste bianca tenendo la statuetta sopra la testa come un trofeo.

Fu accolto da un "oh" d'ammirazione, gli uomini si segnarono, le donne caddero in ginocchio a pregare e lui da mastro divenne santo.

Passarono altri giorni e la gente che arrivava continuava ad aumentare, come sempre più colmo di offerte era il paniere che Santo Scintilla tirava su a tarda sera, quando tutti erano già andati via.

Quella strada del rione Resuttana era divenuta ormai luogo di pellegrinaggio non solo per i fedeli di Palermo, ma di buona parte dell'isola.

La notizia non tardò ad arrivare alle orecchie di chi di quelle cose si era sempre occupato e, per così dire, tratto la propria fortuna. Un gruppo di preti, forse mandati dal vescovo, o dal cardinale, si presentarono dal Santo per chiedere spiegazioni di ritrovamenti e grazie. Guardarono la statuetta da cima a fondo, la girarono e rigirarono tra le mani, uno la passò all'altro e così tutti la ispezionarono con cura.

Seppur di ottima fattura non sembrava nascondere nessuna qualità eccezionale.

Certo dubitare è lecito, anche se spesso si fa peccato, ma pochi giorni dopo l'arrivo dei prelati anche i carabinieri andarono a far visita a Santo Scintilla e visto che gli ordini ricevuti dovevano essere rispettati posero fine alle esibizioni, il santo tornò a esser mastro e i fedeli con le loro richieste fatti circolare.

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