PERSONAGGI
"La grande madre" per oltre mille migranti: la storia di Agnese Ciulla tra libro e film
Prima In libreria con il racconto della sua esperienza da assessora a fianco di minori non accompagnati e poi su Rai Uno arriva il film con Isabella Ragonese
Agnese Ciulla sotto il tendone rainbow del Palermo Pride
Quell’anno Palermo avrebbe accolto 15mila persone. Di queste, oltre un migliaio di “minori stranieri non accompagnati”, cioè bambine e bambini, ragazzi e ragazze sotto i 18 anni, approdati sulle nostre coste da soli, dopo aver lasciato la famiglia o aver perso i genitori durante il viaggio.
Agnese decise di prenderli tutti sotto la sua tutela e da allora per Palermo divenne “la grande madre”, anche se per lei la vera grande madre è stata Palermo. «Io ho fatto solo il mio dovere», dice.
«Ci siamo trovati come città a fronteggiare un’emergenza dentro l’emergenza, era necessario riconoscere dignità a questi ragazzi e aiutarli a ricominciare. Non c’è stata un’eroina ma una collegialità di persone che si è messa in moto per riconoscere diritti. Palermo sì che è stata immensa: nonostante abbia tantissimi problemi ha risposto con una solidarietà impressionante, ha veramente accolto tutti. Si parla tanto di resilienza. Ecco, i palermitani, senza neppure rendersene conto, hanno una capacità incredibile di destreggiarsi nelle difficoltà e un sacco di energia, di generosità».
Dentro per esempio c’è Joy che sognava una vita migliore e finisce vittima della tratta delle schiave, Bandiougou che parla sei lingue o Junior, un talento del calcio. Storie di speranze e di sogni che potevano essere realizzati solo se qualcuno si fosse fatto carico di tutelarne i diritti alla base: la richiesta di asilo politico, le cure mediche, l’istruzione.
Con Agnese nasceva, con un lavoro corale di due anni che su più livelli vide la collaborazione di Comune, giudice tutelare, procura e garante per l’infanzia, la figura del tutore volontario per la cura dei processi di integrazione dei minori stranieri non accompagnati da parte di privati cittadini, che, prima di essere istituzionalizzata con la legge Zampa nel 2017, fece di Palermo un modello di accoglienza.
«Erano tempi diversi», dice commentando l’abbrutimento sociale che pare stia vivendo il Paese negli ultimi anni.
«Non si parlava ancora dei decreti sicurezza che non sono altro che stratagemmi per alzare la tensione sociale e creare insicurezza nelle città. Non riconoscere i diritti ad alcuni non salvaguarda i diritti degli altri. Secondo me le persone non sono razziste, sono avvilite».
Oggi Agnese collabora con la Federazione Italiana Organismi Persone Senza Dimora ed è fra le 50 donne italiane del 2019 per la testata D - la Repubblica che ogni anno sceglie, con i lettori, quella che meglio rappresenta la forza, la passione e il talento italiano. «Non ne avevo idea, me lo ha fatto scoprire una mia amica», ride, «un giorno lo racconterò ai miei nipoti».
E oltre ai suoi due figli di 18 e 12 anni, ne ha tantissimi altri che nel frattempo sono diventati grandi e la salutano per strada prima che lei possa riconoscerli. Il suo libro presto verrà presentato a Palermo ma la sua esperienza di quegli anni con i piccoli migranti è già diventata anche un film. “Tutto il giorno davanti”, fiction diretta da Luciano Manuzzi, andrà in onda a metà novembre su Rai Uno e a interpretare la parte di Agnese sarà l’attrice palermitana Isabella Ragonese.
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