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L'inganno del faraglione che scompare alla vista: dov'è in Sicilia "lo scoglio dei cani"

Un lembo di terra che può trarre in inganno pescatori e naviganti e deve la sua storia a leggende metropolitane intrise di crudeltà: dov'è in Sicilia lo scoglio dei cani

Francesca Garofalo
Giornalista pubblicista e copywriter
  • 12 marzo 2025

Lo scoglio dei cani in Sicilia

La ringhiera umida e ossidata del lungomare di levante separa l’Isola di Ortigia dallo Ionio, mentre quello stesso mare si fa pelle d’acqua su una parte di terraferma: lo scoglio dei cani.

Detto anche "Isola dei cani" si tratta di un faraglione che, in base all’umore della marea, compare o scompare alla vista dell’antica città di Siracusa.

Un lembo di terra desolato che può trarre in inganno pescatori e naviganti, e deve il suo nome e storia a leggende metropolitane intrise di crudeltà, possesso e curiosità zoomorfe.

La prima riguarda proprio i fedeli compagni a quattro zampe. Pare che gli abitanti dell’isola di Ortigia per liberarsi delle cucciolate di cani li gettassero dalle mura del lungomare.

In balia delle onde riuscivano a mettersi in salvo proprio su quel faraglione vicino. Salvezza momentanea a una tortura e morte certa di stenti per l’approdo in quel posto isolato.

La seconda leggenda riguarda il destino dell’Isola dei cani. Questo posto si dice sia la rivendicazione degli inglesi durante l’impero britannico, e dunque un loro possedimento. Altra congettura dalla dubbia attendibilità.
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Poi abbiamo la curiosità zoomorfa che non riguarda più i cani, ma altri mammiferi: le foche monache. Avvistate dagli ortigiani su quel faraglione - dopo lunghe traversate in mare - le loro sagome erano simili a quelle dei cani. Da qui, forse, il nome.

Curiosità e leggende a parte, fra le ipotesi più accreditate per il topos dello scoglio o isola ci sarebbe l’origine araba: da “ayn - fonte, sorgente”. Questo perché si ipotizzava la presenza di una sorgente, quando lo scoglio dei cani era emerso, s’intende.

Nella toponomastica siciliana in forma composta abbiamo “cani - capurali”, “ayn - kabra - sorgente maggiore”; “cani - carào”, “ayn - al - qaraw - fonte del suolo sterile, senza vegetazione”, come scrive Antonio Randazzo.

Ebbene, quale sia l’origine del nome e se le leggende su questo faraglione siano in parte o del tutto vere rimane un’incognita.

Incertezza anche nell’immagine che lo scoglio dei cani dà di sé: quasi del tutto sommerso oppure in parte emerso. Spiazzando occhi e imbarcazioni che se lo trovano davanti.
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